Massimiliano Longo ci riprova e cerca un privato che, il prossimo giugno, organizzi all’ex Ippodromo una kermesse di tre giorni che faccia risparmiare il Comune sul costo dei fuochi di San Giovanni. L’assessore alla Cultura ha firmato un atto di indirizzo, approvato dalla giunta, che a settembre dovrebbe sfociare in un bando aperto agli operatori in grado di creare una cornice economicamente redditizia allo spettacolo pirotecnico. Il nome della rassegna, “San Giovanni al Parco”, è pronto da mesi.
«Quest’anno – spiega Longo – siamo partiti in ritardo perché abbiamo dovuto attendere la votazione del Bilancio, avvenuta il 28 febbraio. La proposta ha, comunque, riscosso l’interesse di alcune società che però non hanno avuto il tempo per allestire la manifestazione». L’amministrazione ha, quindi, ripiegato sulla formula tradizionale che prevede il solo spettacolo pirotecnico che dallo scorso anno, a causa del decreto Gabrielli sulla sicurezza, si mangia quasi 100.000 euro.
«È una cifra spropositata per una iniziativa di venti minuti – commenta Longo – per questo cercheremo la collaborazione di un operatore che per tre giorni avrà a disposizione l’area e potrà allestire uno street food, un mercato artigianale e un concerto con un artista di richiamo». I biglietti di ingresso, così come le quote pagate dagli espositori, dovrebbero assicurare ai promotori un introito adeguato a coprire le spese per la messa in sicurezza dell’ex Ippodromo e far risparmiare fino a 80.000 euro a piazza Trento e Trieste che contribuirebbe con 20-30.000 euro: «Invieremo – precisa l’assessore – l’atto di indirizzo al Consorzio di gestione della Villa Reale che dovrà esprimere il proprio parere poi, tra settembre e ottobre, contiamo di pubblicare il bando che assegneremo a chi presenterà la proposta migliore».
Se anche nel 2019 San Giovanni al Parco dovesse abortire, i fuochi non saranno cancellati, ma in giunta qualcuno potrebbe pensare a un accesso a pagamento. Longo esclude un’eventualità del genere: «Lo spettacolo – riflette – coinvolge 40-50.000 persone tra cui moltissime famiglie che vogliamo tutelare». Eppure l’ipotesi fa capolino proprio nell’atto di indirizzo votato dalla giunta: «Per evitare di dover richiedere un biglietto d’ingresso per lo spettacolo pirotecnico – si legge – si rende inevitabile il ricorso a un bando di gara con concessione di servizio».
L’istituzione di una tariffa, che senz’altro sommergerebbe la giunta di improperi scagliati da decine di migliaia di monzesi, non sarebbe una novità. Sarebbe, al contrario, un ritorno al passato: nei primi decenni del Novecento l’entrata al Parco per assistere ai fuochi non era gratuita e gli spettatori pagavano una manciata di lire, come testimoniato da alcuni manifesti esposti all’Arengario nella recente mostra dedicata a Erme Ripa. Il sindaco Dario Allevi, durante l’inaugurazione, ha fatto notare il particolare e, quella che a molti è sembrata una battuta, potrebbe celare una tentazione sopita, pronta a risvegliarsi.