Monza, omicidio di via Fiume: le parole del papà della vittima, lo sgomento di San Rocco

Sono stati venti colpi sferrati con un coltello da cucina a uccidere domenica Cristian Sebastiano, 42 anni di San Rocco a Monza. Accusati dell’omicidio due ragazzini minorenni, 14 e 15 anni. Oggi nel quartiere alla periferia della città restano il dolore di tre famiglie e di un’intera comunità.
MONZA accoltellamento mortale in via fiume
MONZA accoltellamento mortale in via fiume Fabrizio Radaelli

Sono stati venti colpi sferrati con un coltello da cucina a uccidere domenica Cristian Sebastiano, 42 anni di San Rocco a Monza. Accusati dell’omicidio due ragazzini minorenni, 14 e 15 anni, identificati dai carabinieri in poche ore al termine di una indagine serrata sulle immagini girate dalle telecamere di videosorveglianza intorno al via Fiume. Il movente è al vaglio delle forze dell’ordine, ma come apparso fin dall’inizio è legato al mondo della droga. Sebastiano era tossicodipendente, agli inquirenti uno dei ragazzini avrebbe detto di averlo fatto «per punirlo di avermi trascinato nella tossicodipendenza». Le indagini chiariranno i motivi.

Monza, omicidio di via Fiume: le parole del papà della vittima, lo sgomento di San Rocco
MONZA accoltellamento mortale in via fiume: Cristian Sebastiano

Oggi nel quartiere alla periferia della città restano il dolore di tre famiglie e di un’intera comunità.

“Hanno lo stesso vizio di mio figlio, le stesse debolezze, con la differenza che lui era un signore e questi sono assassini. Cristian non ha mai instradato nessuno alla dipendenza della cocaina”, ha detto Michele Sebastiano, padre di Cristian.

“Quello che era mio figlio lo sappiamo, ma adesso non diventi lui il tossico, lo spacciatore e loro le povere vittime – ha continuato Sebastiano nelle dichiarazioni raccolte dall’Ansa – meriterebbero di essere processati come adulti, perché se solo penso che da minorenni in pochi anni me li ritroverò fuori divento matto, sarebbe vergognoso. Lo spacciatore vende, chi assume droga la cerca, funziona così e uno dei due a sua volta già vendeva droga in Stazione”.

Intorno c’è un quartiere incredulo per la giovane età dei ragazzi accusati dell’omicidio. Ma che non ci sta a passare per periferia ”sbagliata” della città.
“Quello che è successo non deve macchiare quello che comunque è un quartiere sano – dicono a più voci diversi rappresentanti della società civile – Negli anni San Rocco ha lavorato tanto e ha fatto un balzo in avanti, alla questione educativa ha dedicato un intero patto di quartiere. Ma certi ragazzi, protetti per tutte le scuole dell’obbligo, se fragili rischiano di perdersi nel passaggio alle superiori. Bisogna andare avanti sulla strada del coinvolgimento ora più che mai”.