Metti di avere due figli, dei quali uno minorenne, e un marito, e un giorno di accendere il computer e di trovarlo bloccato nientepopodimeno che dalla autorità giudiziaria. È accaduto nei giorni scorsi a una impiegata 50enne, che racconta: «Sullo schermo c’era un documento che riportava il logo della Repubblica Italiana e avvisava che il mio pc sarebbe stato inutilizzabile per 48 ore in quanto soggetto a un controllo da parte della autorità giudiziaria per sospetto traffico e detenzione di materiale pedopornografico». Nella schermata, anche un contatore che scandiva i minuti restanti.
Ma qualcosa non quadrava: «Nel testo c’erano evidenti errori di forma grammaticale come se fosse stato tradotto da qualcuno che non conoscesse perfettamente la nostra lingua» prosegue la donna. «Dopo aver fatto presenti le conseguenze penali nel caso fosse stata scoperta la detenzione del materiale, nel documento veniva ventilata la possibilità di interrompere lo screening e poter così tornare a usare il proprio pc senza conseguenze semplicemente versando 100 euro con carta di credito». E liberare così il computer dall’ennesimo virus, questo particolarmente inquietante. Alla fine ci ha pensato uno dei figli con un programma ad hoc.