Monza, morte di un detenuto: «Indaga la Procura»

Non sarebbe stato un suicidio la causa della morte di un detenuto nel carcere di Monza. La direttrice conferma: «È in corso un’indagine della Procura che ha disposto accertamenti».
MONZA CARCERE VIA SANQUIRICO
MONZA CARCERE VIA SANQUIRICO Radaelli Fabrizio

Sull’ultimo decesso accaduto nei giorni scorsi all’interno del carcere di Monza sono ancora in corso le indagini disposte dalla Procura, ma pare si possa escludere la volontà suicidaria. A confermarlo è la direttrice dell’istituto di via Sanquirico, Maria PItaniello.

«È in corso un’indagine della Procura che ha disposto accertamenti. Ci aspettiamo anche una visita ispettiva per far luce su quanto accaduto. Subito dopo il decesso, come accade sempre anche in presenza di casi meno funesti, è stata convocata l’equipe multidisciplinare per analizzare tutti i dettagli. In questo caso specifico pare si possa escludere la volontà suicidaria», ha spiegato.

Monza, morte di un detenuto: «Indaga la Procura»
Monza Maria Pitaniello

Pare invece che sia stato un gesto volontario il decesso che si è verificato lo scorso gennaio, sempre all’interno della casa circondariale.

In entrambi i casi si trattava di detenuti che avevano mostrato segni di sofferenza e disagio psichico e che erano in carico al reparto di osservazione psichiatrica che è attivo all’interno della struttura.

«Negli ultimi mesi è notevolmente aumentato anche il numero di detenuti giovani e stranieri che arrivano qui dopo un vissuto personale devastante. In questo contesto il supporto psicologico diventa fondamentale. Anche per gli stessi operatori», continua la direttrice.

In questo contesto già critico il Covid -19 con tutte le restrizioni che ha comportato ha ulteriormente esasperato e amplificato tensioni e aggressività, sia tra i detenuti sia con il personale.

«Quando i regolamenti ci hanno imposto di chiudere alcune attività abbiamo assistito a un’impennata di richieste di colloqui personali, una richiesta di attenzioni che però gli operatori in servizio non potevano affrontare in tempi brevi. I detenuti attualmente sono 560. Tutti hanno mostrato evidenti segnali di difficoltà e fatica, che in alcuni casi si sono tramutati in atti di autolesionismo o tentativi di incendio all’interno della camera detentiva se non aperta aggressività verso gli agenti e gli operatori. Non sono mai mancati però i colloqui ed è sempre stata garantita grande attenzione da parte del personale».

Da lunedì 21 febbraio anche il carcere comincerà ad avviarsi verso una ritrovata normalità. Verranno gradualmente riprese tutte quelle attività che erano state sospese a causa del forte incremento dei contagi (dal 1 dicembre del 2021 a oggi si sono registrati 250 casi di detenuti positivi). Riattivate le attività sportive, culturali, le lezioni scolastiche in presenza, i laboratori musicali.