È il legale che, per conto del Comune di Monza, ha salvato la Cascinazza dal cemento ma da anni, ormai, è in lotta proprio contro il municipio. Il 31 maggio il Tribunale dovrebbe pronunciarsi sul ricorso presentato il 19 febbraio da Ercole Romano che chiede a piazza Trento e Trieste il versamento di 920.925,15 euro: la somma, secondo i suoi calcoli, rappresenterebbe il saldo delle parcelle per l’attività svolta all’epoca della giunta Faglia, che l’ente avrebbe pagato solo parzialmente.
I conteggi, però, non coincidono con quelli effettuati in municipio e l’amministrazione, come già ha fatto in passato, si opporrà all’istanza. Di fronte al giudice le ragioni del Comune saranno difese dall’avvocatura interna.
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La vertenza non è l’unica intentata dal noto professionista milanese nei confronti del municipio da cui un tempo ha ricevuto l’incarico di sbrogliare alcune controversie su tematiche urbanistiche: il Tribunale, fanno sapere dagli uffici, ha già respinto una richiesta di risarcimento di 1.700.773,81 euro riconoscendogli un compenso di 21.990 euro.
La parcella stratosferica risale alla causa con cui nel 2005 la giunta Faglia ha messo quella che il centrosinistra ha definito una pietra tombale sui progetti della Iei di Paolo Berlusconi che puntava a costruire nell’area della Cascinazza un complesso residenziale da oltre 300.000 metri cubi rivendicando diritti edificatori vecchi di decenni e annullati quasi del tutto dai piani regolatori approvati successivamente. Le battaglie a colpi di carte bollate tra l’immobiliare e le amministrazioni monzesi si sono trascinate per anni così come i progetti e le ingenti pretese di risarcimento inoltrate alle diverse giunte dagli operatori che, durante le amministrazioni Mariani e Faglia, hanno cercato di sfruttare le finestre normative aperte dalla decadenza delle salvaguardie urbanistiche legate al Piano Benevolo.
L’impossibilità di trasformare in una zona residenziale i campi attorno alla vecchia cascina è stata sancita nel 2005 proprio dalla sentenza vinta dal Comune assistito da Romano e, in seguito, dal Pgt firmato da Alfredo Viganò. L’area è stata, successivamente, vincolata a parco dal Piano di governo del territorio approvato lo scorso anno e da allora il suo destino è scomparso dal dibattito politico.
Il nuovo ricorso rappresenta una coda della sentenza di 13 anni fa in quanto, ricorda l’ex sindaco Roberto Scanagatti, il legale a suo tempo ha compilato una parcella commisurata ai 60 miliardi di lire che la Iei pretendeva dal municipio: il Comune, però, che gli ha liquidato compensi ben più modesti l’ha impugnata.