Monza adotta il nuovo piano del territorio: ecco che cosa cambia per l’urbanistica

Con i voti della maggioranza e il no di tutte le opposizioni il consiglio comunale di Monza ha adottato il nuovo Piano di governo del territorio: ora la fase delle osservazioni prima di arrivare all’approvazione definitiva.
L’assessore all’urbanistica Claudiop Colombo in aula durante la discussione del Pgt
L’assessore all’urbanistica Claudiop Colombo in aula durante la discussione del Pgt Fabrizio Radaelli

Partita chiusa in consiglio comunale per il nuovo Piano di governo del territorio, il documento che traccia il futuro urbanistico della città. Giovedì 7 luglio il Pgt è stato adottato con i voti della maggioranza (i 19 di Partito democratico, Sel, Città persone, Italia dei valori) e il no delle minoranze (Forza Italia, Insieme per Monza, Movimento 5 stelle, PrimaVera, Lega nord, Una Monza per tutti, gruppo misto).

«È stato un dibattito a volte dai toni aspri e accesi, ma sempre condotto in modo civile, condizione questa che non sempre ha caratterizzato nel passato analoghe discussioni – ha scritto il sindaco dopo la votazione – . Ora si apre la seconda fase, quella della raccolta delle osservazioni, per giungere poi alla definitiva approvazione. Assicuro che anche questa fase sarà caratterizzata dalla più ampia disponibilità alla partecipazione e all’ascolto».

L’amministrazione Scanagatti sottolinea che il piano «riduce del 90% il consumo di suolo libero rispetto alle previsioni attuali. Il documento mette al centro il recupero delle aree dismesse e individua la creazione di 10 nuovi parchi urbani per migliorare la vivibilità nei quartieri cittadini. Offre inoltre una risposta al fabbisogno abitativo per le giovani coppie e apre le porte alle nuove opportunità di sviluppo e occupazione attraverso semplificazione e incentivi in grado di contribuire all’attrazione degli investimenti». Soprattutto il piano mette sul tavolo una proposta per chiudere definitivamente la partita della Cascinazza, al centro di feroci scontri negli anni passati per il progetto di edificazione della famiglia Berlusconi (oggi la proprietà non è più loro): il Comune propone una “permuta” con altre aree dismesse per diventare definitivo proprietario dell’area agricola, offrendo in cambio metri cubi per esempio alla Fossati Lamperti, rimediandone così allo stesso tempo il recupero.

In generale il consumo di suolo precipita, nella pianificazione, da 1,4 milioni di metri cubi del 2007 a 115mila. Accolto in aula un quinto degli emendamenti presentati. «Abbiamo confermato la nostra volontà di orientare lo sviluppo verso il recupero e semplificato notevolmente le procedure amministrative – ha detto l’assessore all’urbanistica Claudio Colombo – a favore sia dei grandi operatori ma anche dei piccoli proprietari. Gli incentivi introdotti puntano a favorire la riqualificazione urbanistica della città con il consenso e a vantaggio di tutti i cittadini».