Monza, la storia tragica di Marco «Ho un tumore, dormo sotto zero»

«Se resto ancora qui per un po’ potrei morire, e non dico cazzate». Si accetta anche il linguaggio colorito quando ci si trova davanti un cinquantenne in sedia a rotelle, «malato terminale di tumore», che da un anno e mezzo dorme sotto le stelle (e in questi giorni sotto zero) davanti alla stazione di Monza.

«Se resto ancora qui per un po’ potrei morire, e non dico cazzate». Si accetta anche il linguaggio colorito quando ci si trova davanti un cinquantenne in sedia a rotelle, malato, che da un anno e mezzo dorme sotto le stelle. O meglio, sotto un portico, davanti alla stazione ferroviaria. In questi giorni (e notti), pure sotto zero. Con lui la moglie Stefy e altri due compagni di disavventura. Il Comune gli ha promesso una casa, un bilocale a San Rocco: «Dal 16 dicembre, speriamo» . Anche di arrivarci vivo, non sottintende Marco, che con gli altri ha storie comuni: rimasti senza lavoro, la casa perduta, matrimoni naufragati e figli smarriti, tutto al vento, un passato che non tornerà, la strada. «Fino a un anno e mezzo fa ero in una residenza per anziani, poi l’ho dovuta lasciare perché non avevo i requisiti, ero troppo giovane. Da allora sono qui, residente in via Comune di Monza numero 1». E’ tutto quello che finora il Palazzo gli ha dato. «Vivo con 280 euro al mese di accompagnamento e l’aiuto di qualche cittadino, all’ospedale dopo la terapia del dolore mi rimandano a casa… casa, quale? ». Sono le quattro del pomeriggio, fa già freddo. E stanotte sarà peggio, molto. «Io non riesco a stare tutto il giorno sulla sedia a rotelle» dice «Mi devo anche coricare, riposarmi un po’» aggiunge indicando una coperta sgualcita stesa sui sampietrini.