«Tanto rumore. Polvere che ci impedisce di aprire le finestre. Com’è possibile fare lezione in questo modo?». È la domanda di alcuni studenti della nuova succursale del liceo Porta di via Marsala a Monza, che, al contrario di molti compagni, hanno le aule “vista cantiere”.
Monza, la protesta al nuovo Porta: finestre chiuse
Posizionate al piano terra, si trovano a seguire le lezioni con grande disagio, non possono aprire le finestre, per il famoso ricambio dell’aria, come dovrebbero per la questione covid, perché entra polvere e non aria pulita, vivendo più svantaggi che vantaggi.
«Con i lavori accanto non riusciamo nemmeno a sentire le parole dei professori – dicono i ragazzi – nonostante le finestre chiuse. A oggi manca ancora la connessione internet, un grosso disagio perché la maggior parte dei professori utilizza la rete proprio per fare lezione. Vista la possibilità dei libri digitali molti di noi hanno acquistato i testi in questa versione ma, senza connessione, è come se fossimo senza niente. Sono stati quattro anni complessi, solo il primo anno è stato “normale” e poi c’è stata la pandemia, con tutte le criticità che ha causato, possiamo dire che per noi sono stati quattro anni di scuola pessimi, per fortuna abbiamo un ottimo corpo insegnanti che compensa i disagi. Adesso che siamo alla fine speravamo di poter vivere un anno in serenità. Questo ci è negato. Chiediamo di avere un’aula che sia tale, senza più rumori e dove poter aprire le finestre senza il timore di respirare la polvere di un cantiere». Tanti gli aspetti negativi che i ragazzi mettono in luce, sostenuti dai genitori.
Monza, la protesta al nuovo Porta: il nodo (noto) della palestra
«Sembra una banalità ma in quattro anni noi l’ora di educazione fisica “effettiva” – continuano i ragazzi- l’abbiamo svolta solo il primo anno. Poi per una serie di situazioni, comprese le limitazioni post covid, non siamo quasi mai entrati in una palestra. Adesso, nella nuova succursale non c’è, siamo costretti a fare un lungo tragitto per arrivare a Triante perdendo tempo utile. Visto che, anche se la materia è nelle prime due ore, dobbiamo comunque presentarci a scuola poi, con il docente, spostarci verso la palestra. Di educazione fisica c’è la “passeggiata” per arrivare poi vedremo quanto tempo ci sarà per la lezione».
La proposta della dirigente Eliana D’Alò di lasciare che i ragazzi si trovassero alla palestra è stata rivista dopo un confronto con i docenti.
«Gli insegnanti mi hanno fatto notare che il ritrovo in palestra non era una scelta ottimale – spiega la dirigente – per una questione di controllo e sicurezza dei ragazzi stessi. Anche solo per qualsiasi imprevisto è meglio che i ragazzi siano tutti insieme in aula, mi rendo conto sia meno “funzionale” ma, per garantire la loro sicurezza ho condiviso la preoccupazione dei docenti».
Monza, la protesta al nuovo Porta: altri disagi
Ma la questione della palestra è solo una delle note dolenti segnalate dai ragazzi, che evidenziano l’assenza di cestini, anche nei servizi delle ragazze – dal loro punto di vista due soli servizi per piano in una struttura in cui la presenza femminile è predominante sono anche troppo pochi – oltre che in classe, e soprattutto la mancanza di lavagne.
Monza, la protesta al nuovo Porta: la dirigente
«Tutte le promesse che sono state fatte il primo anno sono state disattese – fanno eco i genitori – certo la pandemia era imprevedibile ma, i nostri ragazzi sono stati penalizzati sin dall’inizio meritavano di concludere il percorso in modo più dignitoso. Non convivendo con rumori e polvere e gli altri vari disagi».
«Rispetto le opinioni di tutti, abbiamo traslocato 14 sezioni – conclude la dirigente D’Alò – ovvero circa 400 studenti, cercando di fare il meglio per i ragazzi, certo ci siamo imbattuti in ostacoli e inconvenienti imprevisti ma stiamo cercando di risolverli. Sappiamo dell’assenza della connessione internet ma stiamo ultimando le pratiche burocratiche, così come per l’impianto di allarme e video sorveglianza che, essendo tutti contratti ex novo richiedono tempo. Una volta che ogni cosa sarà sistemata installeremo le digital board nelle aule, così come metteremo i cestini. Servono tempo e pazienza, credo che i lavori di demolizione interni, per la costruzione dello spazio destinato al liceo Zucchi, siano in fase conclusiva. Quel che vedo è un grosso lavoro e sforzo fatto da tutti per consegnare al Porta una struttura nuova e che sarà sempre destinata alla scuola».