Tra Monza e Carate sono arrivate una decina di segnalazioni: «Pazienti che lamentavano, e cercavano un supporto, rispetto all’assenza del farmaco Sirio dalle farmacie della Brianza». A spiegarlo è il segretario di Adiconsum Monza Brianza Lecco, Marzio Galliani, che si è fatto carico del problema. Ma nella caccia al medicinale per la cura della malattia del Parkinson, ciò che è emerso in tutta la sua evidenza è che «la situazione è la medesima in tutta Italia. Oltre ai gravi disagi che una tale mancanza ha generato tra pazienti e famiglie, abbiamo segnalato alla casa farmaceutica “Chiesi” l’urgenza di conoscere i tempi di reintroduzione del prodotto sul mercato».
È di inizio settimana un comunicato dell’azienda che rassicura associazioni di pazienti, medici e farmacisti rispetto alla imminente reintroduzione della cura sul territorio nazionale. Sulle ragioni dell’indisponibilità del prodotto sul mercato, “la carenza è momentanea ed è causata dalla carenza del principio attivo levodopa, causa non dipendente dalla volontà dell’azienda”. Rispetto alle soluzioni, invece, “già dal mese scorso l’azienda ha ripreso la produzione; in questo mese la produzione sta aumentando ed entro metà maggio Sirio tornerà ad essere pienamente disponibile sul canale distributivo, con quantità idonee a garantirne la distribuzione su tutto il territorio nazionale e con l’intenzione di evitare ulteriori carenze dovute all’approvvigionamento”. La Chiesi farmaceutici spa avrebbe assicurato che dal 7 maggio sarebbero state immesse sul mercato 20mila confezioni delle compresse da 12,5 mg – 125 mg, e dal 14 maggio saranno immesse 80mila confezioni delle compresse da 25 mg – 100 mg. Allerta ai pazienti, però: “In entrambi i casi sono da considerare i tempi di consegna nelle varie Regioni d’Italia”.
La caccia a Sirio è partita sui vari siti e forum dedicati ai parkinsoniani nel mese di marzo, a poca distanza da una analoga affaticata ricerca del farmaco “Sinemet”. Ciò che la legge italiana prevede è che l’azienda farmaceutica avvisi l’agenzia Aifa (Agenzia italiana del farmaco), ma non che garantisca la disponibilità di un farmaco essenziale per gestire i sintomi dei pazienti che lo assumono.
L’esaurimento di stock per il farmaco Sirio è emblematico per l’analisi di alcune dinamiche che spesso caratterizzano l’industria farmaceutica. Non trovare un medicinale disponibile al banco può dipendere da problemi di produzione (a loro volta dettati, in alcuni casi, dalla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime), oppure perché le vendite emugrano nei paesi dell’Unione europea. Dove i prezzi sono più alti rispetto all’Italia e dunque le vendite più convenienti per i produttori. Nel 2016, tuttavia, l’Aifa ha sottoscritto un documento con gli operatori del settore: tra i punti principali c’è l’obbligo per il grossista di garantire un assortimento di medicinali sufficiente a rispondere alle esigenze di un determinato territorio.