Sono ormai scaduti i termini per presentare osservazioni al Pums di Monza, il Piano per la mobilità sostenibile che di fatto programma gli interventi che l’amministrazione comunale dovrebbe organizzare per migliorare il traffico e gli spostamenti – da qualsiasi punto di vista, in auto e in autobus, in treno e in metro (quando sarà), a piedi o in bici. La parola finale è scattata il 3 giugno, termine ultimo per presentare le osservazioni, cioè le proposte di modifica, e in tanti lo hanno fatto: tra loro, l’associazione Hq Monza e Fiab Monza in bici. Un’idea di quello che hanno proposto.
Monza, il piano mobilità: gli autobus piccoli per la città
“Il documento Pums elaborato dal Comune di Monza induce a una valutazione complessiva che subito desideriamo sintetizzare: siamo di fronte ad una ricca analisi della condizione esistente integrata da interessanti linee di indirizzo, ma non ci pare un vero piano strategico per la mobilità sostenibile così come indicato dalle linee guida Eltis” scrive l’associazione Hq Monza, secondo la quale “manca una gerarchia degli interventi, una consecutio logica efficace. Cosa andrà fatto prima e cosa dopo. Manca nel documento comunale un vero e credibile cronoprogramma degli interventi, atteso che la suddivisione a cinque anni e a dieci anni, per quanto apparentemente conforme alle succitate linee guida, è troppo generica e poco significativa”.
Per Hq se “è logico e utile prevedere la realizzazione di una linea di Tpl ( traporto pubblico, nda) circolare protetta intorno al centro storico, manca però un analogo e più ampio anello nella fascia semi-periferica che potrebbe tra l’altro utilizzare gli spazi previsti originariamente (in particolare a partire dal PRG Benevolo) per viali mai completati in città. E poi, “non abbiamo rilevato una adeguata analisi né una indicazione di azione mirata specificatamente a trasferire mobilità sulla futura linea M5 in area urbana, importante in generale ma anche per ragioni economiche, datosi i costi di gestione previsti per la M5 medesima”.
Per Hq Monza “quando si parla di modernizzazione (elettrificazione) della flotta bus nemmeno si cita il tema fondamentale della dimensione dei mezzi, che per la struttura urbanistica e viaria di Monza dovrebbero essere soltanto piccoli. Nessun accenno, neanche con finalità sperimentali, al drt, il trasporto pubblico a domanda”. Tradotto è il Demand responsive transport che per Hq “affronta al meglio le sfide di oggi. Questa idea implica un modo completamente nuovo di percepire la rete del trasporto pubblico e il ruolo del passeggero. E le esigenze del passeggero vengono prima di tutto”.
“Le ragioni a favore del Bus a domanda si evidenzierebbero con grande chiarezza se i nostri enti pubblici, Agenzia e Comune inclusi, si decidessero ad affrontare realmente il tema del trasporto pubblico secondo moderni criteri marketing-oriented, cosa che per esempio il Pums della Provincia MB si sforza di iniziare a fare, ma troppo timidamente. E mentre si frammentano ormai anche le medie aggregazioni lavorative, smartworking e home learning cominciano a prendere piede. Gli spostamenti abitazione-ufficio si riducono e si ridurranno sempre più. I quartieri, che nell’era industriale e in quella terziaria erano come grandi dormitori, presto torneranno a vivere e ad essere vissuti. Si va verso la città multicentrica”.
Monza, il piano mobilità: la proposta Zone S, M e Q
“Sulla riorganizzazione e limitazione della circolazione dei mezzi privati, per Monza proponiamo un modello differente e più avanzato. Con Aree Q “che significa quartieri, cioè zone a traffico limitato, una per ogni quartiere. Oppure Aree S, dove la S sta per scuole, “davanti e intorno alle scuole è ora di porre fine al cronico caos da tutti criticato” e infine Aree M, “dome monzesi. Sulle diverse direttrici stradali usate e abusate per il mero attraversamento della città, il transito può essere riservato soltanto ai veicoli di residenti a Monza, oppure a Monza e in comuni limitrofi. In fasce orarie specifiche, oppure h24. Anche in questo caso, le tecnologie consentono articolazioni varie e sofisticate”.
Monza, il piano mobilità: Area B e C? No, proposta Zone S, M e Q
Ci sono poi Monza in bici e Fiab che hanno presentato altre proposte in base al “Piano generale per la mobilità ciclistica” formulato dal del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile. “Siamo molto felici che il Pums di Monza sia stato finalmente adottato dalla giunta comunale e della possibilità di dare un feedback dal nostro punto di vista. “Il piano offre indicazioni e strumenti concreti (per progettare al mobilità ciclistica nelle città, facendo riferimento a concetti come quello di democrazia dello spazio pubblico (equa distribuzione dello spazio tra i diversi utenti della strada) econdivisione dello spazio”.
Per Monza, “suggeriamo di trasformare piazza Carducci in un’area giochi per i bambini. Ci sembra particolarmente adatta, per al presenza degli alberi, che fanno ombra d’estate e regolano la temperatura. Inoltre nel centro storico non esiste uno spazio dedicato, che accolga famiglie con bimbi piccoli”. E poi “proponiamo la chiusura di viale Cavriga in corrispondenza con il calendario, gli orari e le chiusure scolastiche, che sono i momenti in cui li traffico cala significativamente a Monza e di allungare progressivamente l’orario di chiusura anche durante il resto dell’anno (chiusura dalle 9 alle 17 invece che dalle 10 alle 16) fino a giungere col tempo alla chiusura totale”.
“Per questo, tra gli altri interventi da progettare, si dovrà anche valutare di procedere alla rimozione dei cancelletti sulle piste ciclabili, che ostacolano li passaggio di cargo bike per il trasporto dei bambini e tandem a pedalata assistita per persone con disabilità”. Non è tutto:”Aggiungeremmo al Pedibus e al Bicibus, che sono iniziative che, oltre ai tanti benefici menzionati, favoriscono anche la socialità e l’integrazione, anche la sperimentazione e promozione di iniziative di car pooling per quei bambini che abitano lontano dala scuola, ossia al condivisione del mezzo privato tra famiglie che afferiscono ala stessa classe oscuola (scambiandosi passaggi in auto ). Questa soluzione insieme al Pedibus e al Bicibus contribuisce a migliorare la conoscenza reciproca, rafforzare i legami tra bambini e l’integrazione nel gruppo, e al fare comunità, aumentando li senso di appartenenza tra genitori”.