Monza, il detenuto imprenditore che ha il suo brand di biscotti

Rosario Gioia, in carcere a Monza dal 2016, è direttore di una pasticceria di Muggiò e ha depositato il marchio "Gioia di mandorla"
Rosario Gioia con l’educatrice Marika Colella

Dal carcere al lavoro esterno fino a diventare imprenditore. Quella di Rosario Gioia è una storia fatta di cadute, salite, audacia e successo. Catanese di origine, Gioia è detenuto nel carcere di Monza dal 2016. Da tre anni lavora alla pasticceria Mariani di Muggiò, prima come pasticcere, ora come direttore del locale.

Già questo basterebbe a rendere quella di Rosario Goia una vicenda esemplare, l’ennesima conferma dell’importanza del lavoro come strumento di riscatto e rinascita sociale per i detenuti che devono scontare la pena. Ma la storia continua. Quest’anno ha depositato un suo marchio, un brand originale di prodotti dolciari: “Gioia di mandorla”. Si tratta di biscotti di pasta di mandorla, tipici della tradizione siciliana, che Rosario Gioia produce in uno stabilimento di Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, e poi distribuisce attraverso la grande distribuzione in diversi punti vendita.

Biscotti “Gioia di mandorla”, la ricetta è segreta

«I miei biscotti vengono prodotti da aziende siciliane seguendo però una mia personale e originale ricetta», spiega. Quella per la pasticceria è una passione antica. Da ragazzo, in Sicilia, Gioia ha lavorato come pasticcere prima di trasferirsi a Milano. «Indubbiamente ho fatto molti errori, ma in carcere ho riscoperto questa mia dote. E quando sei in grado di usare bene il dolore, allora si può ricavare qualcosa di buono anche dalle vicende terribili, anche dai posti più brutti come il carcere».

Prima della condanna e dell’inizio della sua vita da detenuto, Gioia si è occupato di marketing. Anche grazie alle sue competenze è riuscito a fare della sua passione per la pasticceria non solo un lavoro ma anche una vera e propria impresa in proprio. «Ho già in mente di allargare il mio raggio di azione, occupandomi in futuro anche di abbigliamento – spiega – Ora sto lavorando su nuovi prodotti, tutti rigorosamente in pasta di mandorle, seguendo una linea bio».

Casa circondariale, al lavoro 200 detenuti su 615

I biscotti di Gioia sono disponibili nella pasticceria Mariani e in altri locali sul territorio. «So che dovrò aspettare almeno un paio di anni prima di capire se il prodotto avrà superato la prova del mercato o meno, ma le premesse sono già incoraggianti». Un sogno, quello di un proprio brand, che Rosario Gioia ha potuto realizzare grazie all’impegno della direttrice del carcere, Maria Pitaniello e all’incoraggiamento costante della sua educatrice, Marika Colella.

Attualmente sono 150 i detenuti impegnati in servizi utili all’interno dell’istituto di via Sanquirico e assunti dall’amministrazione penitenziaria. A questi si aggiungono altri 25 ristretti che lavorano nei laboratori all’interno del carcere per conto di realtà imprenditoriali esterne e altri 25 che lavorano esclusivamente all’esterno. Duecento lavoratori su un totale di 615 ristretti.

Sono diverse le realtà attive all’interno del carcere di Monza: la lavanderia industriale, aperta all’inizio degli anni Duemila, il servizio di digitalizzazione dei documenti storici del tribunale di Milano, scritti a mano e scansionati per evitare che l’usura della carta possa disperdere documenti storici e poi ancora i laboratori di assemblaggio, la falegnameria, e gli operatori del verde.

«Servono nuove collaborazioni, soprattutto con il mondo imprenditoriale, per offrire maggiori possibilità e consentire ai detenuti di acquisire nuove professionalità da spendere una volta terminata la pena», ha commentato il direttore dell’istituto, Maria Pitaniello.