I profughi non amano la dieta mediterranea e chiamano la polizia di Stato per lamentarsi della qualità del menù che gli viene quotidianamente consegnato. L’episodio è accaduto mercoledì scorso quando alcuni ospiti nella palazzina di via De Chirico, nel quartiere Libertà, si sono rivolti al commissariato di viale Romagna per lamentarsi della qualità del cibo.
Sono circa una quarantina di persone, che dalla primavera dell’anno scorso vivono in alcuni appartamenti di un condominio a ridosso di via Stucchi, e la cui accoglienza è gestita da una cooperativa di Desenzano sul Garda. Ragazzi, per lo più under 30, scappati dalla guerra e dalla miseria dell’Africa, che cercano di rifarsi una vita in Italia.
Gli agenti hanno raccolto le lamentele che sono state immediatamente inoltrate al prefetto.
«La prassi prevede la verifica delle segnalazioni – spiegano dalla Prefettura – In caso di inadempienza da parte della cooperativa viene sollecitato il rispetto delle regole e se questo non avviene a quel punto vengono attuate le misure previste. Effettuiamo costantemente controlli e sopralluoghi, parlando con i migranti».
È la prima volta che a Monza i profughi si rivolgono alle forze dell’ordine per segnalare disagi. Gli uomini sono ormai volti noti nel quartiere: ragazzi, alcuni dei quali diplomati e con una professionalità pregressa, che parlano soprattutto in inglese e che riferiscono la volontà di rimanere in Italia ma di poter lavorare.
Nei mesi scorsi a Limbiate, negli hub dove sono accolti, si erano lamentati per l’assenza di wi-fi e televisione, non avendo modo di mettersi in contatto con i parenti rimasti in Africa e non potendo informarsi sulla situazione politica ed economica del proprio paese.