Monza, i cent’anni della professoressa Natalina Sala che cita a memoria l’Iliade e l’Odissea

Già insegnante ai licei Zucchi e Frisi è stata molto amata dai suoi alunni che ricordano la sua grande preparazione e la sua dolce umanità.
La centenaria Natalina Sala

Ha compiuto cent’anni il giorno di Natale e forse proprio per questo nel 1923 fu battezzata Natalina. Oggi la professoressa Natalina Sala è una bella signora che vive in una struttura per anziani di Monza, la città in cui è nata, alla quale è ancora legatissima. Di Monza ama guardare (senza occhiali) foto vecchie e nuove, leggere notizie e poesie dialettali. Insegnante di italiano alla scuola media Pascoli, di latino e greco al liceo Zucchi, di italiano e latino al liceo Frisi, la professoressa Sala è stata molto amata dai suoi alunni che ricordano la sua grande preparazione e la sua dolce umanità.

Monza: i cent’anni della professoressa Sala nata il giorno di Natale

Ancora oggi cita i testi classici a memoria, Iliade, Odissea, Eneide, legge libri (“ogni volta che vado a trovarla ha un volume in mano” racconta il nipote Saverio), vuole essere informata su tutto ciò che accade in città e nel mondo. Pur non essendo una tifosa “sfegatata” ha gioito, senza nascondere il suo stupore, per la promozione del Monza in serie A e ancora cita a memoria la formazione dell’Inter degli anni 60.

I cent’anni della professoressa Sala, il nonno fu cocchiere dei Savoia

Dei suoi anni giovanili ricorda quando viveva in un’ala della Villa Reale. Suo nonno era stato cocchiere dei Savoia e la famiglia Sala aveva mantenuto nella Reggia un alloggio fino alla fine degli anni Trenta. “Zia Natalina-riprende il nipote-più volte ha raccontato che andava in barchetta sul laghetto”. Un altro episodio che la professoressa Sala ha impresso nella sua memoria è stato il bombardamento della scuola milanese di Gorla nel 1944. Lei era passata di lì alla mattina in tram per andare all’università. Mentre era a lezione su Milano era suonato l’allarme e anche gli studenti erano corsi nei rifugi. Sulla via del ritorno a Monza la giovane Natalina aveva visto l’orrore e la devastazione causati dalle bombe. Un’immagine che ancora oggi è rimasta nitida nei suoi occhi.