«Come l’è bel». Viene dal cuore l’entusiasmo che Giovanni Verga esprime entrando lunedì mattina nel nuovo centro “Maria Letizia Verga per la cura e la ricerca delle leucemie infantili”. Dopo 35 anni il sogno di costruire a Monza un centro di eccellenza «per guarire almeno un bambino in più» è realtà.
Mancano gli arredi, qualche rifinitura, ma il secondo piano che ospita gli spazi dell’accoglienza e del day hospital è praticamente finito.
Alle pareti ci sono già tutti i colori che fanno di questo ospedale un luogo speciale, un ospedale a colori.
Il blu domina gli spazi dell’accoglienza del day hospital, il giallo e l’arancione delimitano le aree gioco e svago per i bambini e i ragazzi in attesa delle terapie, il rosso è dedicato agli ambulatori degli assistenti sociali e psicologi, il verde mela rende più allegre le stanze delle terapie.
Più tenui i colori scelti per l’area medica con l’azzurro per i locali della sedazione e del risveglio e il verde acqua delle 25 camere singole con bagno privato del primo piano.
Sembra incredibile, ma solo dodici mesi fa qui c’era un’area appena recitata per l’avvio del cantiere e oggi siamo prossimi all’inaugurazione.
«La festa di Natale con i nostri bambini e le nostre famiglie- spiega Verga- la faremo qui, il prossimo 14 dicembre».
Bisognerà invece attendere gennaio per il vero e proprio trasloco dei reparti, dopo i collaudi e l’accreditamento della Asl. La palazzina da 12 milioni di euro si sviluppa su quattro piani: seminterrato con impianti, depositi, locali di servizio; il piano terra dedicato alla ricerca con i 1400 metri quadri dove troveranno spazio i 60 ricercatori del Centro Tettamanti che hanno il compito di trovare nuove strade per combattere le leucemie infantili. Al primo piano 1700 metri quadri per la degenza con 25 camere singole con bagno che saranno arredate con il sapore di casa: scrittoio, letto, poltrona letto per la mamma o il papà, la televisione. Percorsi dedicati portano al centro di trapianto del midollo osseo, con un’area comune e una zona “filtro” prima dell’accesso alle camere. Da qui una passerella unisce la nuova struttura con il blocco operatorio del San Gerardo e la rianimazione.
Il secondo piano ha invece anche un accesso diretto, a livello strada, da via Cadore ed è lo spazio colorato del day hospital, infine l’ultimo piano ospita gli studi medici e 700 metri quadri di terrazzo-giardino dove c’è in programma di realizzare anche una palestra per i pazienti più grandi.
«Abbiamo voluto un ospedale che fosse anche bello- prosegue Fabio Binelli, direttore della Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma che gestisce i reparti materno-infantili del San Gerardo- perché bambini e famiglie si sentissero come a casa».
Per questo famiglie, medici ed infermieri sono stati coinvolti nella definizione degli spazi perché ci fosse attenzione a percorsi differenziati per proteggere i pazienti più fragili, fossero previste aree per parcheggiare i passeggini, bere un caffé, collegarsi ad un computer.
Le nuove tecnologie promettono di agevolare i percorsi di cura del day hospital: all’ingresso ogni paziente riceverà un palmare collegato con il pc di emdici ed infermieri. Così i giovani pazineti potranno restare nell’area dedicata alla scuola o al gioco ed essere chiamati nelle varie stanze senza dover attendere la chiamata dal monitor.