Monza, ecco come migliorare il trasporto pubblico: tra le idee anche l’autobus a domanda

L’associazione HQ Monza ha presentato all’amministrazione comunale di Monza una propria proposta per un piano più efficiente dei trasporti in occasione del sondaggio, ancora in corso, proposto dal Comune sul Piano urbano della mobilità sostenibile. Ecco le loro idee.
Monza Traffico scuola Volta
Monza Traffico scuola Volta Fabrizio Radaelli

Un documento accurato per rilanciare il trasporto pubblico a Monza. L’associazione HQ Monza ha presentato all’amministrazione una propria proposta per un piano più efficiente dei trasporti, in occasione anche del sondaggio, ancora in corso, proposto dal Comune sul Piano urbano della mobilità sostenibile, e alla luce della realizzazione delle sette fermate della M5 dentro la città.

«Abbiamo inviato in Comune il primo di due documenti di analisi e proposte sul tema viabilità – spiega Isabella Tavazzi, portavoce di HQ – Le città stanno cambiando e anche Monza deve adeguarsi. Oggi servono soprattutto flessibilità e capillarità per piccoli gruppi».

Tra le idee avanzate dall’associazione c’è anche quella dei miniBus a domanda. «La nostra associazione propone questa soluzione dal 2007. Si tratta di una rete altamente flessibile di autobus piccoli, ecologici, elettrici o a idrogeno, con itinerari definiti in tempo reale. L’utente telefona, dice dove si trova e dove deve andare, il bus domanda passa a raccoglierlo e lo porta a destinazione, combinando microgruppi di persone su itinerari variabili vantaggiosi».

Una sfida quella della mobilità di domani, che dovrebbe coinvolgere le eccellenze del territorio. «Il Comune dovrebbe coinvolgere maggiormente gli ordini professionali, chiamando a raccolta tutte le esperienze e capacità disponibili», commenta Paola Ghezzi, membro del gruppo di lavoro dell’associazione HQ sulla mobilità.

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.