Monza: ecco come cambia il progetto di recupero dell’ex Cotonificio di Cederna

Il privato ha presentato un piano con una diversa distribuzione degli edifici nella parte ancora da costruire dell’ex Cotonificio di Cederna a Monza, cuore del quartiere. Addio al museo del Memb, ora è previsto un “impianto sportivo con sala espositiva e polifunzionale”.
Come sarano gli ultimi edifici del Cotonificio di Cederna
Come sarano gli ultimi edifici del Cotonificio di Cederna

C’è tempo fino al 18 ottobre 2021 per farsi un’idea di come sarà il futuro del cuore di Cederna e di provare a proporre modifiche: è quella la data in cui si chiuderanno le osservazioni alla modifica del piano particolareggiato dell’ex Cotonificio, per la parte ancora da realizzare, un pezzo della storia di Monza.

La proposta arriva dopo il sì dell’amministrazione comunale alle modifiche chieste due anni fa dalla proprietà (luglio 2019), che deve ancora realizzare quello che un tempo sarebbe dovuto diventare il Museo etnologico di Monza e Brianza, negli spazi sotto la ciminiera preservata. In realtà proprio l’edificio pubblico sarà l’unico a chiedere quasi certamente molto altro tempo: stando al modello di convenzione pubblicato dal Comune, dopo il via libera definitivo al piano particolareggiato, piazza Trento avrà sei mesi di tempo per decidere se affidare progettazione e costruzione all’operatore privato oppure seguire la strada del project financing. In ogni caso, la strada non sarà breve.

Monza: ecco come cambia il progetto di recupero dell’ex Cotonificio di Cederna
Un’altra prospettiva sugli edifici da realizzare

Stando ai documenti pubblicati dal Comune è stata confermata “la Superficie lorda di pavimento (Slp) privata, così come le destinazioni funzionali private, di cui al Piano Particolareggiato vigente” e cioè i volumi già approvati; la “diversa configurazione planivolumetrica” per la giunta “consente una migliore redistribuzione degli spazi ed un recupero di ulteriori aree verdi”; e poi “la presente variante non comporta diminuzione globale delle aree a standard recuperate in loco, che risultano aumentate a 26.872,28 mq (di cui ora 13.140,30 mq in cessione e la rimanente quota di 13.731,95 mq in asservimento ad uso pubblico), e degli importi economici dovuti al Comune”.

Poi si tratta di attendere i tempi e le scelte per l’edificio pubblico che si trova sul lato di via Oriani e che in origine era stato destinato al Memb per un museo imperniato sulla storia del lavoro e di cui peraltro era già stata posata una simbolica prima pietra al termine della giunta Scanagatti. Subito dopo le elezioni vinte dalla giunta Allevi, quella destinazione era stata messa in dubbio – soprattutto per riserve sulla sostenibilità economica del museo. Di certo il Memb attende da decenni una sede espositiva in grado di accogliere progetti più vasti di quelli possibili al Mulino Colombo, sulle sponde del Lambro in centro. Lo stesso Allevi, consegnando il Giovannino d’oro 2018 ad Anna Sorteni, fondatrice del Memb e mancata a febbraio 2019, aveva parlato di una rapida soluzione del nodo. Per il museo, d’altra parte, era stato realizzato anche un progetto.

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Un’altra prospettiva sugli edifici da realizzare

Ora la giunta parla di “dotare il quartiere di un edificio pubblico polifunzionale, anche con valenza sportiva” che sarà finanziato “non a scomputo oneri” per un importo “di 1.869.836,02 oltre alla superficie accessoria nell’interrato”. In realtà in altri documenti “anche con valenza sportiva” sembra diventare soprattutto un impianto sportivo.

Lo schema di convenzione scrive infatti che “il Comune, tramite le competenti strutture comunali, entro 6 mesi dalla sottoscrizione della presente convenzione, valuterà la fattibilità di realizzare l’opera tramite project financing. Nel caso in cui il Comune decidesse di non procedere tramite project financing, la progettazione delle opere relative all’edificio destinato a impianto sportivo con sala espositiva e polifunzionale, progetto di fattibilità tecnica – economica, definitivo ed esecutivo, la direzione lavori e quant’altro dovuto e indispensabile per la realizzazione di un’opera pubblica sarà a totale cura e spese del soggetto attuatore. In quest’ultimo caso il progetto di fattibilità dovrà a quel punto essere presentato entro tre mesi dalla comunicazione di piazza Trento e poi, entro tre mesi dall’approvazione del progetto definitivo, andrà presentato quello esecutivo. Nei mesi scorsi -senza conferme definitive – si era parlato di una piscina.

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Un’altra prospettiva sugli edifici da realizzare

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