Omicidio plurimo. Il killer di via Gondar a Monza ha agito di notte, con la complicità delle tenebre. L’ha fatto in silenzio: nessuno, dalle case vicine, si è accorto di nulla fino al mattino successivo. Probabilmente è stato aiutato da un complice: non si spiega come, altrimenti, sia stato in grado di uccidere e far sparire ben otto corpi in una volta sola.
Il nono, troppo grosso da trasportare, è stato dilaniato attraverso una rete e poi miseramente abbandonato. In via Gondar è stata strage di galline e di un’anatra muta: tutta colpa di una volpe – meglio: almeno di una volpe – che si è intrufolata nel pollaio del floricoltura Chiaravalli per un’abbuffata in grande stile.
L’episodio risale a qualche settimana fa e non è isolato: «Per qualche tempo ognuno ha subito diversi assalti ai propri pollai, senza condividere con i vicini quello che stava succedendo. Poi – ha spiegato Davide Chiaravalli, titolare dell’omonima floricoltura – quando abbiamo iniziato a parlarne, è subito risultato che ognuno di noi questa volpe l’avesse avvistata almeno una volta. Del numero di galline e altri volatili da cortile spariti abbiamo ormai perso il conto».
Alle spalle di via Gondar i campi si estendono ancora a perdita d’occhio: alle spalle delle cascine e delle ville che ornano la via, sono in tanti a coltivare ancora il terreno e ad allevare qualche volatile. C’è chi lo fa per mestiere e chi per hobby: alla volpe di via Gondar, però, questo interessa poco. L’importante, per lei, è continuare a trovare del cibo.
I primi avvistamenti risalgono a un paio d’anni fa e c’è stato anche chi è riuscito a fotografarla: come Maurizio Caligari, che l’ha immortalata nell’ampio spiazzo verde, ormai abbandonato, che si estende alle spalle dell’ex distributore Ip di viale Lombardia, civico 35.
«Da allora gli avvistamenti si sono moltiplicati – ha aggiunto Chiaravalli – Secondo noi le volpi ora sono due e potrebbero anche aver fatto dei cuccioli. Ci fa piacere sapere che abbiano preso casa in città, ma ci siamo dovuti attrezzare: ora, le reti che circondano i nostri pollai sono molto più profonde e resistenti».