Una lunga militanza nel Partito repubblicano italiano, il primo sindaco “laico” del dopoguerra, l’umiltà di mettersi comunque al servizio della città e anche la firma, da direttore farmaceutico, sull’invenzione del Fluimucil. C’è questo e molto altro nella biografia di Dario Chiarino, primo cittadino di Monza nella seconda metà degli anni Settanta, nato nel 1931 scomparso nella giornata di sabato 10 febbraio. Martedì, alle 14 a San Fruttuoso, i funerali.
Del Pri era stato fondatore della sezione monzese nel dopoguerra, poi una lunga militanza e l’impegno civile che lo avevano portato nel 1975 a diventare il primo sindaco non democristiano di Monza, anzi: il primo sindaco repubblicano di una città con più di 100mila abitanti. Con sé aveva voluto Pierfranco Bertazzini, l’immediato predecessore Dc, come assessore alla cultura. La sua guida monzese sarebbe durata tre anni.
«Me lo ricordo quando mi ero iscritto nella Federazione giovanile repubblicana – dice Ettore Radice, più tardi a sua volta consigliere Pri in municipio – Era una persona sobria e di grande caratura morale, bravo nel formare i giovani».
Radice ne ricorda anche l’ultima: «Quando nel 1992 è stato eletto in circoscrizione 4, abbiamo pensato si sarebbe dimesso: era stato sindaco, d’altra parte, non pensavamo avrebbe continuato allora in un ruolo minore. E invece così è stato: ha accettato l’incarico e ha proseguito per cinque anni».
Creava e stampava in proprio anche un giornalino, “La rava e la fava”, con cui analizzava e discuteva la vita politica cittadina. Ma la sua vita non è tutta nell’esperienza politica: laureato in chimica, era diventato direttore della ricerca per la casa farmaceutica Zambon e aveva così ideato molti prodotti ancora in uso. Tra tutti, il Fluimucil.