In attesa dell‘incontro pubblico sul piano integrato di viale Foscolo a Monza, firmato dallo studio Boeri, il coordinamento delle associazioni e dei comitati cittadini deposita le osservazioni al progetto per chiedere modifiche, correttivi, approfondimenti o, in subordine, di non approvarlo. Tra i tanti punti sottolineati spiccano, secondo il coordinamento, la disomogeneità dell’intervento rispetto al contesto urbano, l’incremento di traffico e il peggioramento della qualità dell’aria, la mancanza di requisiti previsti dalle norme.
Monza e il piano Boeri, i comitati: edifici fuori contesto
“Gli edifici esistenti su viale Foscolo si caratterizzano per la presenza di cortine edilizie e singoli immobili di un certo pregio storico testimoniale, di 2 e 3 piani. Stonano infatti i condomini “anni ‘60/’70” posti di fronte al lotto d’intervento – scrivono associazioni e comitati – Molto probabilmente vennero realizzati in quanto consentiti dal vetusto e sovradimensionato Prg del 1971 che prevedeva per Monza ben 300.000 abitanti (oggi solo circa 123.000) e conseguenti edificazioni ovunque. Interessante invece, a est, la vecchia cascina “a corte” (cascina Brina) adiacente al lotto d’intervento e le altezze della vicina scuola Bellani a ovest (di 2 piani). Risulta pertanto non condivisibile che vengano edificate costruzioni fino a 42 metri di altezza (11 piani) su un’area con quelle dimensioni (15.000 mq) e in quel contesto”. Per il coordinamento il fatto che a 100 metri sia appena stata costruita una palazzina di cinque piani determinata che in quella zona l’offerta di alloggi in quella zona sia già satura.
In più, “comunque, si pensi che l’altezza di quei nuovi edifici è quasi eguale a quella del Palazzo dell’ex Upim (e pochi altri), fonte di inesauste polemiche, edificio che peraltro si affaccia su piazza Trento e Trieste e non su una strada (viale Foscolo) di soli 10 metri di calibro. Al pari del Palazzo dell’ex Upim anche questo sicuramente passerà alla storia di Monza come corpo estraneo al contesto. Se, come detto in consiglio comunale dal progettista (Boeri appunto), questa originalità aumenterà il turismo, sarà ancora peggio, con congestioni di traffico per ammirare tale incombente struttura fuori luogo”.
Nelle osservazioni viene chiesto anche che gli standard (cioè gli spazi pubblici) dovuti per il nuovo insediamento vengano tutti ceduti in loco “(entro il perimetro dell’intervento – nella sua ST), “riducendo fortemente le volumetrie previste. Qualora si voglia comunque il restauro del Teatrino all’ex Cederna (già previsto 10 anni fa nel PII del 2015), questa opera venga considerata aggiuntiva o come atto di liberalità. Esistono diversi esempi in città, anche con assai minori volumetrie realizzate”.
Monza e il piano Boeri, i comitati: dati di traffico da rifare
Sul fronte della mobilità per il coordinamento lo studio sulla mobilità non è attendibile perché non considera il traffico di attraversamento est-ovest contenuti nel Piano urbano di mobilità sostenibile approvato lo scorso anno e non considera fino in fondo i dati sull’inquinamento: la richiesta, di conseguenza, è che venga incaricata la società pubblica Monza Mobilità per verificare i flussi di traffico che sarebbero generati dall’insediamento “nella situazione di fatto, odierna e quotidiana, nonché di quella prevista da nuovi interventi edilizi di quella zona, tenuto conto anche delle rilevazioni allegate al Pums”. Il documento consegnato in municipio di fatto chiede di ridurre le volumetrie e i piani dei nuovi edifici, “rispettando il contesto urbano e i diritti dei terzi di non vedersi danneggiati. È nota, per giurisprudenza constante, la discrezionalità del Comune in materia urbanistica, anche nel caso di Piani attuativi conformi al Pgt, di poterli non approvare. Tanto più per quelli in variante al Piano urbanistico vigente.