Legambiente ha deciso di pubblicare i dati delle concentrazioni di inquinanti dal primo giorno di gennaio del 2024 a oggi e non è una buona notizia: perché il risultato è che la provincia di Monza e Brianza ha respirato la peggiore aria della Lombardia. Il rapporto è stato pubblicato giovedì 8 febbraio e riporta i dati fino al 7 a partire dall’1 gennaio. Ci penseranno forse le piogge attese nel fine settimana a dare una pulita all’aria, intanto la situazione è nera.
“In tutti i capoluoghi della pianura lombarda le concentrazioni medie si sono mantenute ben al di sopra della soglia di legge per la concentrazione media annua (40 microg/mc): peggio di tutte Monza che nella centralina urbana fa misurare un valore medio prossimo ai 60 microg/mc sicuramente associata al traffico urbano. Non va molto meglio nelle altre città, a partire dal quadrilatero degli allevamenti intensivi, CR-BS-BG-MN, e poi Milano, Lodi e Pavia“, scrive l’associazione presentando il rapporto.
Monza e Brianza: aria fuori limiti due giorni ogni tre
Va un po’ meglio, aggiunge Legambiente, nella zona di Varese, Como, Lecco e Sondrio – insomma, sotto o dentro le montagne, nonostante il ricorso ai camini – “ma è una magra consolazione, considerando che quella soglia è ormai obsoleta e in via di aggiornamento, per avvicinarla al valore guida che l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) raccomanda di non superare come media annua (15 microgrammi/mc)”.
Legambiente osserva che a Bergamo e Brescia, nei primi 38 giorni dell’anno, sono stati già registrati 23 giorni di aria oltre i limiti stabiliti come gravi (50 microg/mc per il pm10) nonostante nell’intero anno il limite massimo per non essere fuori legge sia di 35 totali. In pratica, dice l’associazione, fuori norma due giorni su tre. Sono virgole quelle che riguardano Monza, Cremona e Milano, dove nello stesso periodo le violazioni sono state 22.
Monza e Brianza e l’aria fuori norma: “Rivedere emergenze e iniziative”
“I primi dati del 2024 già mostrano una situazione in forte deterioramento rispetto ai miglioramenti rilevati nel corso dello scorso anno – commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Regione Lombardia deve rivedere sia le misure emergenziali sia i provvedimenti strutturali, con la salute dei cittadini non si scherza. Per ciò che riguarda le misure emergenziali, non serve agire quando l’accumulo è già notevole, occorre introdurre il modello predittivo e preventivo come già avviene in Emilia-Romagna, mentre strutturalmente è urgente iniziare una seria politica di riduzione dei veicoli diesel, responsabili sia del biossido di azoto sia del particolato secondario. In ambito agricolo, non si deve consentire lo spandimento dei liquami sia prima sia durante gli episodi di accumulo degli inquinanti”.