Parlano di frustrazione e di rabbia dei pendolari i militanti del Partito democratico che da lunedì 11 a domenica 17 saranno nelle stazioni di quattro province per Monza e Brianza in difesa di “studenti e lavoratori che quotidianamente subiscono ritardi e soppressioni da parte del gestore del servizio ferroviario lombardo, Trenord, e per denunciarne il suo peggioramento ormai quotidiano”.
Si tratta di Monza e Brianza, Lecco, Bergamo e Sondrio, dove chi viaggia in treno ogni giorno deve fare i conti, dice il Pd, con “disservizi drammatici pagando abbonamenti sempre più cari”. Lorenzo Sala (segretario provinciale Monza Brianza) e Carlo Polvara (responsabile trasporti e mobilità del Pd in provincia) sottolineano le cancellazioni e i ritardi all’ordine del giorno, del fatto che “pulizia e manutenzione sui treni (inclusi quelli nuovi) e nelle stazioni non si vedono da anni, la sicurezza dei passeggeri non è tutelata, con vari episodi preoccupanti avvenuti di recente sui convogli e lungo i binari delle nostre linee In più, ogni lavoro sulle linee viene fatto senza nessuna programmazione strategica”.
Monza e Brianza e le ferrovie: il Pd e i treni che non ci sono
Poi l’altro elenco, quello che parla di due estati consecutive con la Tirano-Colico “è stata chiusa lasciando a piedi, oltre ai pendolari anche i turisti diretti in Valtellina per le vacanze”, poi “da febbraio per tre anni verrà completamente chiuso il tratto ferroviario tra Bergamo e Ponte San Pietro, una scelta scellerata, perché sappiamo benissimo che gli autobus non sono mai sostitutivi e quindi avremo passeggeri che non riusciranno ad arrivare in orario in ufficio o a scuola, oltre che ricadute pesantissime sul traffico già ora intenso verso la città di Bergamo”. E infine la Brianza, senza collegamenti su ferro est-ovest, con i soldi di Pedemontana che ci sono mentre mancano quelli per ripristinare i treni sulla linea Seregno-Carnate, chiusa dal 2018.
Monza e Brianza e le ferrovie: il Pd e il rinnovo con Trenord
Secondo il Partito democratico non sono le pre-condizioni per quello che la Regione Lombardia ha deciso di fare: rinnovare il contratto di servizio con Trenord per altri dieci anni senza metterlo a gara. E poi c’è lo stipendio dell’amministratore delegato, passato nei mesi scorsi da un aumento del 20% che corrisponde a un totale di 627mila euro all’anno: “Non possiamo più accettare che quella che si vanta di essere la regione locomotiva d’Italia lasci ogni giorno studenti, lavoratori e turisti a piedi. Regione Lombardia non può più nascondersi, si assuma le sue responsabilità ed inizi ad intervenire seriamente per garantire un servizio pubblico degno di questo nome.”