Il governo della Provincia, anzi dell’ente di area vasta, è nelle mani di 865 persone. Sono i grandi elettori, ovvero i 55 sindaci brianzoli e gli 810 consiglieri comunali, che domenica 12 designeranno il primo presidente e il primo consiglio dell’organismo di secondo livello che sostituirà la Provincia tradizionale. Non sarà, però, un’elezione normale anche se la liturgia che verrà celebrata in via Grossi ricalcherà quella officiata a ogni tornata.
Il successore di Dario Allevi, che non partecipa alla competizione, sarà individuato tra i tre aspiranti presidenti in lizza: il primo cittadino di Cesano Maderno Gigi Ponti per il centrosinistra, il suo collega di Concorezzo Riccardo Borgonovo per il centrodestra e il biassonese della Lega Angelo Piero Malegori. I futuri consiglieri saranno scelti tra le quattro formazioni schierate: BrianzaReteComune che sostiene Ponti, Insieme per la Brianza che supporta Borgonovo, Lega Nord e Brianza Civica che non appoggia nessun presidente.
In corsa ci sono cinquanta candidati per i sedici posti nell’assemblea: tra loro, oltre a sindaci e consiglieri comunali, ci sono alcuni consiglieri provinciali uscenti. Il pretendente più anziano è Sebastiano La Verde che a 74 anni, dopo aver trascorso cinque anni in via Grossi tra le fila di Italia dei Valori, si ripresenta con Brianza Civica. I più giovani sono i due democratici ventisettenni Pietro Virtuani e Cecilia Veneziano.
Il risultato della tornata, proprio per il meccanismo della consultazione indiretta, è scontato: sulla carta il Pd e i suoi alleati possono contare sul 53% di consensi calcolati attraverso il voto ponderato che dovrebbe garantire agevolmente il controllo del consiglio. I più ottimisti tra i democratici contano di strappare undici rappresentanti; altri tre dovrebbero andare al centrodestra e due ai padani. Sempre che Brianza Civica, o magari qualche assenza strategica specie tra gli elettori dei comuni più grandi, non scompagini i giochi che sembrano già fatti.
Gli elettori potranno votare solo a Monza, dalle 8 alle 20, nel seggio allestito nella sala rossa di via Grossi: ognuno riceverà due schede, una per la designazione del presidente e una per quella del consiglio. Le schede saranno di sei colori differenti a seconda del numero di abitanti dei comuni di appartenenza: i monzesi utilizzeranno carte viola, gli amministratori dei tre centri più piccoli (Aicurzio, Camparada e Correzzana) tessere azzurre. La scala cromatica servirà a ponderare i pesi ottenuti dai candidati. Il conteggio, a causa della novità del sistema, potrebbe procedere a rilento come avvenuto due settimane fa a Milano: proprio per questo lo scrutinio comincerà lunedì mattina. Se non ci saranno contestazioni o intoppi la proclamazione degli eletti dovrebbe avvenire nel pomeriggio.
A proposito dei colori: una scheda viola è preziosissima, una blu vale poco o nulla. Lunedì i candidati alle provinciali non dovranno contare le preferenze racimolate, ma i colori delle tessere ottenute. È il meccanismo della consultazione ponderale che scardina il principio dell’uguaglianza degli elettori. Ecco allora che è meglio non perder tempo a far proseliti nei centri più piccoli: il consenso dei 33 monzesi è ambitissimo dato che il voto di ciascuno di loro vale più di quello dei grandi elettori di Aicurzio, Correzzana e Camparada messi insieme. La scheda viola dell’esponente monzese di Sel, entrato in aula con il 2,96% dei consensi o di un rappresentante di un partito al tramonto come Italia dei valori, pesa più di diciotto volte la blu del sindaco di Aicurzio.
È il gioco dell’elezione di secondo livello in cui pochi decidono per molti e lo fanno sulla base della rappresentanza: Sel a Monza, dopotutto, ha ottenuto 1.402 voti, pari quasi alla metà degli abitanti di Camparada. La caccia alle schede viola è partita da un pezzo, ma ci si può accontentare anche di qualcuna delle 156 verdi a disposizione.