Monza, è battaglia sulla riduzione dei “premi” a chi recupera aree dismesse: chiesta la testa dell’assessore Lamperti

Scontro in aula consiliare tra l'assessore all'urbanistica e il suo predecessore Sassoli che dice: "Ha mentito". Replica: "Non sa la normativa"
Monza Marco Lamperti
Monza Marco Lamperti

Il consiglio comunale di Monza proseguirà giovedì 29 giugno il dibattito sulla riduzione delle premialità delle volumetrie per gli operatori che recupereranno le aree e gli edifici dismessi introdotte dalla passata amministrazione sulla base dell’articolo 40 bis della legge urbanistica regionale, rimodulata dal Pirellone in seguito a un ricorso al Tar presentato dal Comune di Milano.

Nella precedente seduta scoppiate polemiche sugli aspetti tecnici della delibera tra Martina Sassoli, l’ex assessora che nel 2021 ha firmato il provvedimento che sarà modificato, e il suo successore Marco Lamperti. Se l’aula confermerà l’orientamento della giunta i bonus sugli indici fissati dal Piano di governo del territorio scenderanno dal 20 al 10%, la soglia minima prevista dalla norma lombarda, a cui sarà aggiunto un altro 5% per chi presenterà progetti di qualità particolarmente elevata.

Dai benefici saranno esclusi gli stabili fatiscenti inseriti in aree agricole, quelli vincolati dalla Sovrintendenza, prospettici alla Villa reale o situati nel centro storico. Gli operatori che chiederanno l’aumento delle volumetrie avranno due anni, e non più cinque, per avviare la rigenerazione dei comparti. Le premialità potranno, in sostanza, essere sfruttate dai proprietari di 22 aree delle 43 inserite nell’elenco compilato nel 2020 dal centrodestra: i titolari di parecchi comparti che hanno aperto i cantieri negli ultimi due anni, ha precisato Lamperti, non hanno fatto ricorso ai bonus che avrebbero dovuto richiedere.
La lista, che comprende anche la ex Fossati e Lamperti di proprietà del Comune, non è definitiva: verrà aggiornata ogni anno, ha specificato l’assessore, sulla base delle richieste che saranno inviate in municipio, accompagnate da perizie che attestino lo stato di abbandono da almeno dodici mesi

Monza, il centrodestra chiede le dimissioni dell’assessore Lamperti

Intanto il centrodestra chiede la testa dell’assessore Marco Lamperti: Gruppo Misto, Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con Allevi domandano le dimissioni dell’esponente del Pd accusato di aver mentito lunedì 19 giugno in consiglio comunale. L’ente, secondo quanto affermato dall’opposizione, prima di approvare la delibera con cui verranno ridotti i bonus volumetrici previsti dall’articolo 40 bis della legge urbanistica regionale per chi riqualificherà le aree dismesse, avrebbe dovuto notificare ai privati l’avvio del procedimento in modo da consentire loro «di fare domanda di esclusione» perché «se un proprietario non è interessato può tirarsi indietro». Lamperti, prosegue la minoranza, in aula ha detto che gli operatori coinvolti nell’operazione sono stati avvertiti ma avrebbe mentito in quanto la notifica risale al 2020.

«Non solo ci troviamo di fronte a un atto illegittimo – attacca il centrodestra – ma riteniamo ancora più grave la menzogna dell’assessore». Il centrodestra, che invoca l’intervento del sindaco Paolo Pilotto, chiederà al segretario generale di pronunciarsi sulla legittimità dell’atto che dovrebbe riprendere l’iter in aula giovedì 29.

La replica dell’assessore: “Martina Sassoli non conosce la legge”

Lo scontro tra schieramenti appare una sorta di duello tra Lamperti e Martina Sassoli che l’ha preceduto all’assessorato all’Urbanistica: «Non conosce la legge – incalza Lampertipensa davvero che non ci siamo posti la domanda su come procedere? Ho detto che i proprietari hanno ricevuto la comunicazione prevista dalla legge in quanto è valida quella inviata nel 2020: chi all’epoca, con una perizia firmata ha dichiarato di essere titolare di un’area dismessa, non può modificare la propria posizione né può chiedere di non rientrare nel perimetro dell’articolo 40 bis». «È grave che chi ha fatto l’assessore all’urbanistica e oggi fa la consigliera regionale – aggiunge – non conosca la legge su cui potrebbe essere chiamata a esprimersi: non chiedo le sue dimissioni ma la invito a studiare, a leggere le note dell’Anci e a vedere come si comportano altri comuni, tra cui Milano. Esprimo la mia solidarietà agli altri consiglieri di minoranza perché, in quanto non tecnici, sono caduti nel trappolone e stanno facendo una figura barbina: l’errore sarebbe stato quello di inviare le comunicazioni».

Lamperti vuole tirare dritto sulla delibera, la replica di Sassoli

L’amministratore è deciso a tirare diritto e contrattacca: «La Sassoli – prosegue – non ha mai risposto all’interpellanza con cui, dalla minoranza, ho chiesto quale fosse stato il destino della delibera presentata da lei: eppure c’è un parere dell’avvocatura interna che risale al febbraio 2022 secondo cui non era più da ritenere valida».
L’ex assessore non intende retrocedere dalle sue posizioni: «Dal 2020 a oggi – commenta – possono essere cambiate mille condizioni e i proprietari andavano interpellati. Questo è il tema amministrativo, poi c’è quello politico relativo alle bugie pronunciate in consiglio comunale».