Ha proiettato l’ultimo film nel 2004. A quattordici anni dalla chiusura si prepara finalmente a cambiare pelle: per l’ex cinema Apollo di via Lecco è tempo di restyling. I lavori per la conversione della sala sotterranea da cinquecento posti prenderanno il via a giorni e porteranno alla realizzazione di un’ampia area dedicata al fitness e al benessere, a cui sarà affiancata una zona complementare dedicata alla ristorazione.
Lo anticipa l’architetto progettista Federico Pella, dello studio J+S di Concorezzo: «La proprietà – ha spiegato – ha deciso di riconvertire una delle aree dismesse più note della città». Non è ancora tempo di rendering e di dettagli, né tantomeno, di precisazioni sulla società: al momento si sa solo che “Apollo 69” è costituita da un gruppo di giovani imprenditori del territorio.
«Il 95% della proprietà – ha proseguito Pella – dalla strada non si vede»: l’Apollo, infatti, era l’unico cinema sotterraneo della città. Ha aperto i battenti nel 1977: nel corso della serata inaugurale, il 25 gennaio, era stato proiettato un documentario. La programmazione, poi, aveva proseguito con la proiezione, a partire dal 28 gennaio, del film d’avventura per ragazzi “Salty, il cucciolo del mare”. Secondo il progetto che sta prendendo corpo, 1.500 i metri quadri che saranno dedicati al fitness e al benessere e 150, invece, quelli riservati alla ristorazione: «Non si costruisce nulla di nuovo ed è importante precisarlo – ha sottolineato Pella – si lavorerà valorizzando la volumetria già esistente».
Le tempistiche sono serrate: un cartello, affisso alla cancellata d’ingresso, ha indicato il 6 novembre come data di avvio dei lavori e «la loro conclusione – ha anticipato l’architetto – è prevista per l’estate 2019». In meno di un anno, quindi, quella che per quasi trent’anni è stata una delle sale cinematografiche di riferimento per i monzesi e per tanti brianzoli si trasformerà completamente. Dal giorno della sua chiusura, quasi tre lustri fa, la struttura era stata abbandonata a un destino di degrado: a interromperlo, a due riprese per qualche tempo, nel 2009 e poi di nuovo nel 2011, i ragazzi della Foa (Fabbrica Occupata Autogestita) Boccaccio, in cerca di una sede.
Tracce del loro passaggio si notano ancora sulle pareti, tra “A” anarchiche e annunci di occupazioni. Poi, sono stati senza fissa dimora e sbandati che hanno utilizzato il porticato antistante l’ingresso come luogo, riparato, dove trascorrere le notti: cuscini e coperte, oltre che bottiglie rotte e vecchi indumenti, ancora si notano all’ingresso e nei dintorni della proprietà.