Sono stati entrambi dimessi dall’ospedale e ora sono a casa, a Novate Milanese, assistiti da uno psicologo i genitori del piccolo Liam, il bambino di 14 giorni morto a causa di un incidente accaduto a Monza, in viale Fermi, lo scorso 12 novembre. «Ora – dicono dalla polizia locale, che ha effettuato i rilievi del sinistro – siamo in attesa di eventuali provvedimenti da parte del pm», il dottor Alessandro Pepè, del Tribunale di Monza, che indaga sul papà del piccolo, un ventenne originario dell’Ecuador, per omicidio colposo e lesioni.
Il giovane, trovato con tasso alcolico nel sangue al limite di legge, quindi attorno ai 0,50 grammi per litro, potrebbe essere stato vittima di un colpo di sonno oppure distratto mentre parlava al cellulare. Da quest’ultimo punto di vista sono stati disposti accertamenti sui tabulati telefonici che potrebbero rivelare se al momento dell’impatto stesse utilizzando l’apparecchio (verifica invece impossibile se stava chattando con app di messaggistica come WhatsApp). Ulteriori verifiche si stanno svolgendo anche in relazione a dove avesse trascorso la sera precedente all’incidente.
Domande alle quali, a questo punto, potrebbe fornire risposta direttamente l’indagato. Altre risposte potrebbero provenire dall’autopsia sul corpicino del bambino, disposta dal pm come atto dovuto. Il neonato era stato trovato dai soccorritori disteso sul sedile posteriore. Nonostante un appello della polizia locale non si è ancora fatto vivo un testimone chiave che per primo l’avrebbe soccorso prima di lasciare il luogo del sinistro.
E’ spuntato anche un filmato dell’impianto di videosorveglianza di un distributore di carburante posto nelle vicinanze del luogo dell’incidente. Immagini che aggiungono poco a quanto già rilevato: si nota l’auto sbandare improvvisamente e finire contro il guard-rail, senza rallentare.