Il giro sulla macchina della polizia è stato una specie di regalo di Natale anticipato e tutto sommato non ha capito perché quel giorno sia tornato a casa da scuola accompagnato dai vigili. Come deve essere sembrata strana agli occhi dei passanti la visione di una pattuglia della polizia locale che va su e giù per una via suonando i citofoni.
Per capire bisogna fare un passo indietro, all’ora di pranzo di sabato 17 dicembre. Intorno alle 13 da una scuola elementare di San Rocco arriva la telefonata della dirigente: “Qui è rimasto un bambino di sette anni, nessuno è ancora venuto a prenderlo”.
Allertati dalla chiamata, gli agenti hanno raggiunto l’istituto e hanno messo in moto le operazioni per ritrovare la famiglia. Il numero di cellulare della mamma, per esempio, che però è risultato non raggiungibile. E l’indirizzo di casa che però è risultato non completo. Con pochi punti di riferimento hanno dovuto battere la via alla ricerca di un indizio o di un colpo di fortuna. Che per fortuna è arrivato. Dopo un paio di tentativi andati a vuoto, infatti, gli agenti hanno citofonato ai residenti di un condominio per chiedere informazioni e proprio in quel frangente, attirata forse dalle voci al cancello, alla finestra si è affacciata la mamma del piccolo studente. Forse è stato proprio vedendo le divise che si è accesa la lampadina e si è ricordata che il bambino non avrebbe finito la giornata scolastica alle 14.30, come pensava.
Insomma, un equivoco che però ha tenuto in apprensione anche i vigili, soprattutto quando la donna è risultata irraggiungibile al telefono. Invece no, il cellulare era semplicemente nelle mani del fratello del bimbo che lo stava usando per giocare. Chiarita la situazione, la pattuglia ha accompagnato la donna a scuola e poi ha riportato madre e figlio a casa. Il bambino non si è accorto di niente ed è sempre stato tranquillo, in più ha avuto la possibilità di vedere da vicino tutta l’attrezzatura che equipaggia l’auto dei vigili e, se proprio non avrà avuto la soddisfazione di suonare la sirena, avrà azionato almeno i lampeggianti.
Non è il primo caso a Monza. Alla fine di novembre un bambino di quattro anni vagava sperduto in piazza Castello cercando la mamma: era stato preso in custodia da una donna che se l’era portato con sé al caldo in ufficio, dopo aver chiamato la polizia di Stato. Proprio i poliziotti erano riusciti a risalire alla famiglia, in questo caso di origine egiziana. Mamma e papà erano convinti che il bambino si trovasse al sicuro: lei lo credeva all’asilo, lui pensava che fosse risalito in casa dopo aver detto di non sentirsi bene (come gli aveva detto di fare mentre se ne andava con i fratelli). Era originario del Bangladesh invece il bimbo che questa estate era stato ritrovato in piazza Santa Caterina: era una domenica di luglio, stava giocando in cortile e aveva approfittato del cancello aperto per andare alla scoperta del quartiere.