Monza, chi sono i rider che lavorano in città: dall’annuncio per caso all’ex gestore del bar

Chi sono i rider della squadra Just Eat che pochi giorni fa a Monza hanno partecipato al primo corso di sicurezza stradale.
Monza Corso di educazione stradale per ridere Just Eat organizzato da comune Simona Sala - foto Radaelli
Monza Corso di educazione stradale per ridere Just Eat organizzato da comune Simona Sala – foto Radaelli

Sono arrivati in una ventina, al comando della polizia locale di via Marsala. Sono arrivati con la loro divisa arancione e lo zaino termico per il trasporto dei cibi. Chi in bici, chi con il motorino, chi con l’auto. Sono i riders dell’azienda Just Eat che il 16 gennaio hanno partecipato al primo corso di educazione stradale promosso dall’amministrazione comunale di Monza in collaborazione con la piattaforma di delivery.

Monza, chi sono i rider che lavorano in città: due donne, il racconto di Simona Sala

Quasi tutti maschi, molti giovani stranieri ma anche italiani. E due donne, le uniche del team di corrieri che operano su Monza: Luisina Gabriela Ana e Simona Sala.

«Ho trovato per caso un annuncio di lavoro online tre anni fa – racconta Simona SalaAll’inizio usavo la bici muscolare ora sono passata a quella a pedalata assistita. Il nostro è un lavoro duro ma che ogni tanto regala anche qualche soddisfazione. Qualche giorno fa mi è capitato di consegnare l’ordinazione a un papà che era accompagnato dai figli piccoli ai quali ha detto di salutarmi, cosa che loro hanno fatto. Sono piccoli gesti ma che ci fanno sentire meno invisibili».

Monza Corso di educazione stradale per ridere Just Eat organizzato da comune Samson Oboghor - foto Radaelli
Monza Corso di educazione stradale per ridere Just Eat organizzato da comune Samson Oboghor – foto Radaelli

Monza, chi sono i rider che lavorano in città: la squadra di Just Eat con 25 persone

La squadra dei riders dipendenti di Just Eat su Monza è di venticinque persone, 130 i ristoranti partner. E proprio Monza è stata la prima città, nel 2021, dove l’azienda ha lanciato il modello di delivery con riders dipendenti.

Per tutti il lavoro è fatica fisica ma anche pericolo. «Stiamo sulla strada tutto il giorno e nonostante tutti i dispositivi di sicurezza e gli accorgimenti non sempre la nostra incolumità è tutelata. Questo corso è utile perché un ripasso delle regole della strada non fa mai male, ma forse dovrebbero farlo anche gli automobilisti che incontriamo per strada», aggiunge un suo collega.

Sempre Simona Sala racconta di quando, solo pochi mesi fa, è stata investita da un’auto che non ha rispettato lo stop. «Fortunatamente non mi sono fatta mala, solo tanto spavento, ma è innegabile che il traffico delle nostre strade sia il primo fattore di rischio. Noi cerchiamo di rispettare sempre le regole a cominciare dall’uso del cellulare che è saldamente fissato al manubrio. Io non lo tengo mai in mano proprio per evitare inutili rischi».

Monza, chi sono i rider che lavorano in città: gli stranieri

I rider stranieri preferiscono non farsi intervistare, lo svantaggio linguistico per molti di loro è un limite. Per questo il corso promosso dal Comune e da Just Eat è stato proposto in italiano e anche in inglese.

Monza, chi sono i rider che lavorano in città: l’ex barista della Forti e Liberi

Tra i banchi, allievo per un giorno, c’è anche Massimo Mariani, 61 anni, ex gestore del bar della Forti e Liberi dove ha lavorato per sei anni fino allo scorso giugno.
«Gli orari di lavoro erano massacranti e poi la gestione era diventata davvero difficile dopo lo stop causato dal cantiere per la riqualificazione della struttura». Così ha deciso di mollare pensando di trovare un lavoretto e arrivare così alla pensione. Poi a settembre è entrato nella squadra di Just Eat: «Il lavoro di rider mi piace, mi trovo bene e pagano con grande puntualità. Vista la mia età mi muovo con la macchina, lavoro venti ore a settimana ma posso gestire i miei orari. Per ora continuo a consegnare pasti, per la pensione c’è tempo».