Gli addetti ai lavori lo chiamano “turismo di salute”. Ci si sposta da un capo all’altro dell’Italia non per ammirare città, monumenti, musei, mostre d’arte, ma per farsi curare dove si ritiene di poter trovare gli specialisti migliori.
Si parte senza guida turistica, ma con la cartella clinica, gli esami effettuati e, di certo, senza lo stato d’animo leggero di chi parte in vacanza. Monza non è esclusa dal fenomeno, anzi. Secondo gli ultimi dati forniti sui visitatori nel 2017 in base a pagamento della tassa di soggiorno introdotta nel 2014, chi è arrivato a Monza per una visita, un intervento, una riabilitazione rappresenta oltre il 15% dei viaggiatori. Sono 71mila i visitatori comunicati all’ufficio turismo al 31 dicembre, 154.151 i pernottamenti, 198mila gli introiti per il versamento della tassa di soggiorno.
Tra gli esenti dal pagamento della tassa di soggiorno ci sono proprio coloro che arrivano in città per farsi curare (a fronte della presentazione della documentazione medica) e un loro accompagnatore. Dati alla mano nel 2017 i pernottamenti pagati sono stati 144.283, quelli esenti 27.164 (15,84%). I malati in terapia sono stati 1682, gli assistenti di degenti 5.154, genitori di degenti minori 1.017, i minori di 18 anni oltre 9mila (ma tra questi rientrano anche i minori in cura in città).
I centri di cura che richiamano da fuori regione sono ben noti: l’ospedale San Gerardo, la Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma con il centro Maria Letizia Verga per la cura delle leucemie infantili, gli Istituti clinici Zucchi e il Policlinico di Monza con i loro reparti di eccellenza (cardiologia, ortopedia e centro di procreazione assistita in primis) con gli specialisti che attirano pazienti da fuori regione.
Di fronte al fenomeno in crescita sono proprio i siti istituzionali dei centri di cura ad offrire un primo aiuto a chi deve organizzare un viaggio in città.
Le informazioni. Il San Gerardo rimanda al sito del comune, dell’Ufficio di accoglienza turistica che offre un elenco di tutte le strutture censite e il numero dell’Ufficio relazioni con il pubblico. Le uniche strutture che trovano spazio sul sito dell’ospedale cittadino sono la Casa di Accoglienza “San Carlo” di via Volturno (12 posti letto), la cooperativa sociale Monza 2000 alla residenza Cantalupo, l’associazione Cilla con la casa di accoglienza “Veronica Brioschi” di via Clementi che dispone di un appartamento da 5/6 posti letto.
Gli istituti Clinici Zucchi hanno invece un link “viaggia con noi” dove sono presenti le convenzioni del Gruppo ospedaliero San Donato con Alitalia per volare al 50% di sconto, una agenzia viaggi interna e una convenzione con la catena NHhotel , infine una rete di accoglienza “a casa lontani da casa” che mette a disposizione 1000 posti letto a Milano e dintorni “per affrontare con maggior serenità il percorso di cura facendolo sentirsi a casa, anche lontani da casa”.
Sul sito del Policlinico alla voce “servizi complementari” è riportato il solo sito dell’albergo e ristorante “Il Girasole” di via Casati, ma intorno alla struttura le agenzie di affitto case sono nate come funghi negli ultimi dieci anni.
L’ematologia infantile e l’oncologia hanno invece anticipato i tempi. Il Comitato Maria Letizia Verga da vent’anni ha ristrutturato Cascina Valera di fronte al SanGerardo per offre un tetto alle famiglie dei giovani degenti.Così anche in epoca più recente l’associazione Guida Oncologica che mette a disposizione dei pazienti oncologici del San Gerardo e dei loro famigliari un appartamento da tre posti letto.
E poi i numeri. Sono 1.361 i pazienti da fuori regione che hanno scelto il San Gerardo di Monza nel 2017 per 8.160 notti trascorse in città, quindi una media di circa una settimana di permanenza. Dai dati forniti dall’ufficio comunicazione del nosocomio cittadino i casi di degenza ordinaria sono stati 740 in area chirurgica e 391 in area medica. Rispetto al 2016 si registra una leggera flessione, ma un aumento del numero dei giorni di degenza: 829 in area chirurgica e 362 in area medica per un totale di 7.880 notti trascorse in ospedale.A questi si aggiungono le prestazioni in day hospital da fuori regione che richiedono comunque, per chi abita a più di 100 Km da casa, la necessità di pernottare a Monza: sono stati 185 casi contro i 183 del 2016 in area chirurgica e 45 in area medica (contro 39) dell’anno precedente con una permanenza di 136 giorni contro i 97 del 2016.
C‘è da aggiungere che i dati “fuori regione” non riescono ad inquadrare completamente il fenomeno perché chi si ricovera a Monza da province lombarde distanti come Mantova o Sondrio non figura in questo conteggio, ma quasi certamente ha necessità di cercare un alloggio i città per i propri famigliari. In ambito Pediatrico la Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma è un punto d riferimento nazionale per le leucemie infantili, capace di richiamare pazienti da un bacino d’utenza molto ampio. Qui ricoveri sono oltre 1100 tra degenze e day hospital e vengono studiati tutti i 400 nuovi casi di leucemie in Italia ogni anno.
Per le altre strutture accreditate i dati forniti dall’ATS Brianza parlano di 3.393 pazienti da fuori regione su Monza di cui 1.330 al Policlinico e 980 agli Istituti Zucchi. Le prestazioni ambulatoriali in day hospital sono state 14.030 da fuori regione di cui 2357 al Policlinico e 1350 agli Istituti Zucchi. Dati confermati dalle due strutture per il policlinico i ricoveri oscillano tra i 9200 e i 9400 all’anno con il 25% da fuori regione per cui sono previste stanze nei residence di proprietà della struttura (Il girasole e Villa Canesi) a 20-30 euro a notte. Per gli Istituti i ricoveri fuori regione sono stati 1900 pari al 19% del totale con 39800 prestazioni ambulatoriali (4% del totale).I pazienti risultano provenire in particolare da Campania, Piemonte, Sicilia e Puglia.
Il mercato. Un turismo che inevitabilmente stimola il mercato immobiliare, tra chi rispetta le regole e chi meno.
«Quando abbiamo aperto nel 2005 – spiega Mauro Dell’Olio, titolare del residence Oasi di Monza di via Mariani a due passi dal Policlinico- eravamo da soli. La zona era trascurata, c’era molta richiesta perché in città c’erano solo tre alberghi e tutti di lusso. Adesso siamo troppi e la concorrenza è spietata». Per lui Monza come città d’arte conta poco: «Chi sceglie di venire da noi lo fa per lavoro, per il Gran premio, un evento, un matrimonio in città, ma per il 70% per farsi curare».
Del sommerso parlano tutti gli operatori. Basta in effetti navigare in internet : l’elenco ufficiale fornito dalla Pro Monza censisce 2 ostelli, 3 pensionati, 6 case vacanza, due residence, 10 affittacamere, 18 b&b e 10 hotel, ma cliccando “appartamenti vicino al San Gerardo” le possibilità di affitto crescono di molto. «Quando ho denunciato alla forze dell’ordine il fenomeno del sommerso e di chi affitta per passaparola – prosegue un operatore- mi hanno detto che non hanno le possibilità per arginare il fenomeno».