Quattro giorni di workshop a Monza per un gruppo di studenti del Politecnico di Milano iscritti alle magistrali in integrated product design, interior and spatial design e product service system design. Un obiettivo: lavorare in gruppi, riflettere, mettere a sistema le conoscenze acquisite negli anni di studio e progettare insieme il “Giardino della biodiversità e legalità” di via Boiardo. O, almeno, proporre una serie di idee che possano essere utili alla sua realizzazione.
Monza: biodiversità e legalità, l’area verde di Regina Pacis e Apincittà
Dalla scorsa estate l’area verde comunale di Regina Pacis è gestita, attraverso un patto di collaborazione sottoscritto con l’amministrazione, da Apincittà, impegnata da diversi anni nella tutela delle api e nella salvaguardia degli insetti impollinatori. Quello che l’associazione ambientalista intende realizzare è un «laboratorio a cielo aperto», al cui interno scuole, cittadini e altre associazioni possano sperimentare, e sperimentarsi, in numerose attività.
«Ho presentato l’associazione ad alcuni professori del Polimi – spiega il suo presidente, Mattia Cappello – e ho spiegato loro come intendiamo perseguire la nostra mission: far sì che il paesaggio urbano possa costituire un rifugio per la biodiversità. Dopo una serie di incontri abbiamo stabilito che il modo migliore per collaborare sarebbe stato quello di proporre un workshop finalizzato alla progettazione del giardino».
Monza: biodiversità e legalità, coinvolti studenti della scuola Borsa
E così è stato. Nel percorso, prosegue Cappello, «sono stati coinvolti anche alcuni studenti della scuola Borsa, seguiti dal professor Enrico Ciuffo: hanno preparato un approfondimento sulle tipologie di piante più utili alle api, così da fornire poi ai colleghi del Politecnico una serie di indicazioni utili alla progettazione del nuovo giardino».
Apincittà pensa all’area verde di via Boiardo come a «uno spazio di accoglienza e condivisione. Meglio: un laboratorio – precisa Cappello – aperto alla cittadinanza in cui ciascuno sia chiamato a fare la propria parte per trasformare un luogo abbandonato in un punto d’incontro dove l’uomo possa ritrovare il contatto con la natura».
Il workshop rappresenta il primo passo: «Le idee che raccoglieremo poi si dovranno trasformare in progetti, e i progetti dovranno poi consolidarsi in attività. Iniziamo un percorso che sicuramente sarà lungo e che dovrà poter contare non solo su risorse economiche, ma anche, e soprattutto, umane: la nostra idea è quella di coinvolgere tutti i cittadini che si sentono difensori della natura».