Monza: allusioni razziste di una cliente verso una bambina in un supermercato, scoppia la lite

Per placare la lite è intervenuta la sicurezza del negozio e il direttore ha porto le scuse per l'accaduto.
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Sono passati tre giorni ma la rabbia e l’amarezza per quanto successo ancora faticano a placarsi. Rose Kengne è una quarantenne di origine camerunense che abita a Monza da due decenni, sposata e madre di due figlie. Tre giorni fa si trovava nel supermercatodi via Buonarroti, un negozio che frequenta abitualmente da anni per fare la spesa. Era lì con le due figlie di 10 e 9 anni. Tutte e tre si erano fermate nel reparto profumeria.

Monza: allusioni razziste di una cliente per uno smalto

La figlia maggiore si è avvicinata alle boccette di smalto per prenderne una in mano, quando è stata avvicinata da una donna che l’ha rimproverata in tono perentorio. «Metti giù quello smalto – le avrebbe detto secondo quanto riferito da Rose Kengne – lo sappiamo che sono tanti i furbi come voi in Italia». Una frase odiosa e dal tono inequivocabilmente provocatorio e razzista che non è sfuggita alla mamma della ragazzina che ha cercato la signora per chiedere chiarimenti riguardo le parole che aveva lanciato contro sua figlia. La discussione quindi si è spostata davanti alle casse dove moltissimi altri clienti hanno assistito basiti alla lite tra le due donne. «Quando quella donna mi ha detto di smetterla di discutere, e che qui siamo in Italia e non nel deserto non ci ho più visto. Ho provato tanta rabbia e amarezza. Non nascondo che avrei usato parole anche più offensive contro di lei, mi sono trattenuta perché c’erano le mie figlie, spaventate da quello a cui stavano assistendo». Alla scena – racconta Rose Kengne – hanno assistito moltissimi clienti.

Monza: allusioni razziste di una cliente, la lite l’intervento della sicurezza

«Tutti avevano la faccia dispiaciuta, si vedeva che condividevano il mio sdegno, ma nessuno di loro ha detto una sola parola per difendere le mie bambine». Ad intervenire per cercare di placare gli animi e soprattutto per aiutare Rose è stata la sicurezza del negozio. «Si sono scusati per il comportamento di quella donna e mi hanno porto le loro scuse. Non è bastato però a consolare mia figlia che ha continuato a piangere. Mi fa rabbia che quella donna si sia comportata in modo razzista verso le mie bambine, che abbia preferito rimproverare loro per qualcosa che non avevano nemmeno commesso e solo per il colore della pelle. Avrebbe potuto benissimo rivolgersi a me e dirmi che mia figlia stava toccando gli smalti, o andare da un commesso a raccontarlo, ma non si doveva rivolgere a lei in quel modo. Perché sono certa che se fosse stata una bambina di carnagione chiara non le avrebbe detto nulla». Un episodio grave e odioso che però non scalfisce l’amore di Rose per Monza. «In ventuno anni qui nessuno mi ha mai trattato male perché ho la pelle scura. Alle mie figlie ho detto che questa esperienza le aiuterà a conoscere meglio le persone, e farà capire loro che si è disposti a tutto, anche a urlare nel supermercato davanti agli altri clienti, pur di difendere chi si ama».