Sono stati vandalizzati e scassinati a più riprese. Li hanno imbrattati, ne hanno rubato gli incassi. A uno degli impianti, qualche anno fa, è stato addirittura dato fuoco. Al pensiero, costante, che potessero subire ulteriori danni, si era aggiunta anche un’altra preoccupazione: quelle delle vendite, ultimamente in calo. E così, vista la situazione sempre più complicata, l’azienda agricola Colosio ha deciso di chiudere i due distributori di latte crudo che, nel 2010 e nel 2013, avevano installato in viale Libertà e in via Pietro Maroncelli.
«È un peccato, ci è spiaciuto molto – hanno spiegato dal cuore del parco, dove l’azienda ha sede in via Molino San Giorgio – ma, alla fine, è stata una scelta necessaria: non ne valeva più la pena. Le spese sostenute per mantenere attivo il servizio finivano per superare, ormai da qualche tempo, i guadagni. Si consideri poi che per vendere il latte fresco è necessario seguire quotidianamente scrupolose procedure igieniche e sanitarie».
Un operatore ogni mattina si recava sul posto e portava il latte appena munto. Al costo del suo lavoro era necessario aggiungere quello sostenuto per i detersivi, la corrente, il carburante.
Insomma: il gioco non valeva più la candela. «Probabilmente è anche questione di moda – hanno aggiunto – tra le intolleranze, le allergie e la richiesta e l’utilizzo, sempre più alto, di latte vegetale, negli ultimi tempi il consumo di latte fresco si è drasticamente ridotto».
Il distributore di latte e di yogurt presente al parco, tra l’azienda agricola e i recinti dove pascolano gli animali, resta ancora aperto e a disposizione del pubblico. Funzionanti, ma dal futuro incerto, anche gli impianti di Vedano al Lambro, in via Monte Grappa, e di Concorezzo, in via Monsignor Cavezzali.
«Non sappiamo ancora per quanto, però – precisano –È in bilico anche la loro attività».