Monza: 15 milioni per rigenerare Regina Pacis a partire dalle case comunali e Aler

Un investimento di 15 milioni di euro per rigenerare il quartiere Regina Pacis - San Donato a partire dagli stabili Aler e dalle case comunali: ora servono i progetti, perché la scadenza è il 2026.
La presentazione del programma in municipio
La presentazione del programma in municipio

Non è una semplice ristrutturazione edilizia, ma un progetto di rigenerazione urbana che cambierà il volto del quartiere San Donato-Regina Pacis: lo ha precisato subito il sindaco Dario Allevi nell’illustrare il piano, promosso con Aler Monza-Varese-Como-Busto Arsizio, che sarà finanziato con 15 milioni di euro concessi dal ministero delle Infrastrutture nell’ambito del programma Pinqua per la qualità dell’abitare.

L’intervento dovrà essere concluso entro il 2026 e, come sancito dalla convenzione firmata giovedì dai due enti, prevede la riqualificazione energetica dei due stabili comunali in via Bramante da Urbino 37 A e B: i 96 appartamenti, grazie alla posa del cappotto e al rifacimento dei serramenti e delle centrali termiche e dell’acqua, passeranno in classe A1. Sarà, invece, ristrutturato l’immobile di Aler al civico 45 in cui saranno rimodulate le dimensioni dei 56 alloggi che a fine lavori saranno in classe A+.

Il cantiere sarà preceduto dalla costruzione nella vicina area comunale di via monsignor Rigamonti di una palazzina di quattro piani in legno xlam, in classe energetica nZeb a consumo zero, in cui saranno ricavati spazi pubblici e 28 abitazioni in cui verranno trasferite temporaneamente le famiglie del civico 45 man mano che i lavori procederanno. La struttura sarà dotata di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici e di stazioni di bike e car sharing. Il Comune, inoltre, recupererà la cascina Maino, anch’essa in via Rigamonti, destinata a diventare un hub sociale con locali di aggregazione per i giovani, laboratori artigianali e angoli dedicati allo street food. Sarà, infine, creata una darsena lungo il Villoresi e saranno pavimentati 600 metri della ciclabile ancora in terra battuta.

«Questo piano – ha commentato Allevi – è il frutto della nostra capacità di progettare e di prenderci cura della città: è un intervento a tutto tondo che non solo aumenterà la qualità dell’offerta abitativa. È sostenibile dal punto di vista ambientale e favorirà la mobilità dolce e l’inclusione» tramite i nuovi spazi pubblici. Dal 2026 i 28 nuovi alloggi potrebbero essere destinati all’accoglienza temporanea di famiglie sfrattate o in grave difficoltà.

«Finora – ha commentato il vicesindaco Simone Villa – abbiamo recuperato decine di abitazioni comunali sfitte: con il Pinqua alziamo gli occhi su un orizzonte più ampio che darà maggiore vitalità al quartiere. L’idea nasce dal basso, dalla richiesta degli abitanti di via Bramante, lontani alcune centinaia di metri dai servizi di via Buonarroti: tra qualche anno potranno contare sul baricentro che prenderà forma alla cascina Maino». «La cascina – ha precisato l’assessore alle Politiche sociali Désirée Merlini – diventerà un presidio di socialità» in cui saranno coinvolte associazioni e cooperative sociali.

«Questo intervento – ha notato il presidente di Aler Giorgio Bonassoli – dimostra che i progetti di edilizia residenziale popolare possono essere all’altezza dei moderni piani privati realizzati nelle grandi città. Il risparmio energetico si tradurrà in risparmio economico per le famiglie».

Il cronoprogramma dei lavori sarà definito dal Comune nei prossimi mesi: uno dei primi cantieri a partire dovrebbe essere quello dell’edificio in legno.