C’è chi si aspettava un addio, pronunciato proprio nel tempio della velocità per eccellenza, l’autodromo di Monza. Invece il presidente della Ferrari, Luca di Montezemolo, ha smentito tutti: «Non lascio la Ferrari, sono a disposizione per altri tre anni. Ho molto da fare, ho un impegno con gli azionisti per altri tre anni ma soprattutto con gli uomini della Ferrari». Chi lo dava in corsa per guidare Alitalia, e al suo posto l’arrivo di Marchionne, ha dovuto rivedere le previsioni. Dopo 22 anni in Rossa, Montezemolo non molla, anzi. Resterà al suo posto fino al 2017 e la sua presenza a Monza, insieme a Piero Ferrari, ha voluto essere solo un modo per dare la carica al team e ai piloti. Quasi stizzito per il polverone aggiunge: «se ci saranno novità in futuro sarò il primo a darle» . Intanto anticipa che anche quest’anno l’azienda di Maranello chiuderà il bilancio con risultati record. Ma torna subito alla Rossa di Alonso e Raikkonen quando saluta e manda un abbraccio all’ex team principal Stefano Domenicali e si scaglia poi contro una Formula 1 poco spettacolare: «appiattita verso il basso» con quei regolamenti da cambiare: «non per tornare a vincere» come potrebbero dire i maligni, «ma per dare spettacolo». «Non si può bloccare lo sviluppo dei motori nel corso della stagione e eliminare i test che servono a creare attesa, ad attirare sponsor, giovani talenti. I tifosi devono tornare al centro di questo sport. Parlano di ridurre i budget e poi ci fanno costruire i motori più costosi della storia della F1? Non ha senso». Sul rinnovo del contratto di Alonso (il quale ha smentito di aver chiesto 35 milioni di euro l’anno) in scadenza nel 2016 non si è espresso, ha detto solo: «Come me vuole un’auto competitiva».
Montezemolo smentisce i rumors «Non lascio la Ferrari, rilancio»
C’è chi si aspettava un addio, pronunciato proprio nel tempio della velocità per eccellenza, l’autodromo di Monza. Invece il presidente della Ferrari, Luca di Montezemolo, ha smentito tutti: «Non lascio la Ferrari, sono a disposizione per altri tre anni. Ho molto da fare».