“Ci sentiamo molestate quando camminiamo per strada”. È il grido di aiuto lanciato da alcune studentesse del liceo linguistico “Parini” (succursale di Lissone) che mercoledì 19 maggio hanno chiesto e ottenuto un confronto col sindaco Concettina Monguzzi, durante il quale sono emersi preoccupazioni e timori delle giovani di fronte ad un fenomeno sociale fastidioso e da combattere, il “catcalling”. Quando il fischio accompagnato da volgarità diventa una vera e propria molestia verbale. Le studentesse hanno avuto il coraggio di raccontare le loro angosce ed il loro disagio al sindaco di Lissone che ha così deciso di aprire una fase di confronto ed analisi del fenomeno.
“Le ragazze volevano parlare con me e ci siamo sentite online – spiega il sindaco – mi hanno raccontato che ultimamente gruppi di giovani manifestano nei loro confronti un atteggiamento fastidioso, fatto di fischi e volgarità, e loro non sanno come reagire. Accade quando camminano per strada, quando vanno sul bus, quando sono da sole in giro per la città. Provano rabbia, disagio e anche paura. Subiscono questi atteggiamenti principalmente da parte di ragazzi, ma succede anche da parte di adulti. Questa loro denuncia è importante, dimostra che bisogna fare un discorso alla città tutta. C’è un aspetto culturale che non può essere derubricato. Siamo di fronte ad atteggiamenti contro i quali serve reagire- aggiunge Monguzzi – la comunicazione va bene, parlarne serve e ringrazio queste ragazze, ma ci vuole un percorso educativo che deve coinvolgere tutti i cittadini e più componenti della società”.
L’intenzione del sindaco è quindi di approfondire i risvolti della tematica attraverso l’attivazione di un percorso di prevenzione che nei prossimi mesi dovrà mettere a fuoco questo fenomeno sociale, attraverso un confronto con le forze dell’ordine, Comune e istituzionale scolastica. Per arrivare ad un discorso alla città.
Le studentesse del “Parini” si ribellano: questo è stato il primo, ma fondamentale passo, di autodeterminazione e di coraggio, verso un fenomeno, il “catcalling”, di cui oggi si parla molto e che di recente è stato posto all’attenzione del pubblico principalmente da personaggi “social”. Tra le prime, Aurora Ramazzotti, la figlia di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti, che ha denunciato i fatti sui social network fino a diventare una battaglia per l’emancipazione femminile.