La proposta, provocatoria ma lungimirante – in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dalle Nazioni Unite per il 2030 – era stata lanciata poco più di un anno fa da Bikenomist, società costituita da “un team di professionisti con l’obiettivo di trasformare l’Italia in un paese ciclabile”, realtà che ha sede a Monza in via San Martino e a Milano in corso Garibaldi con uffici di più recente inaugurazione.
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Si trattava di MiMo, “la prima greenway metropolitana per sconfiggere traffico, smog e cambiamenti climatici” che, attraverso un percorso lungo una decina di chilometri, avrebbe collegato la biblioteca degli alberi racchiusa tra piazza Gae Aulenti e Isola ai giganti verdi del parco di Monza. La pandemia ha interrotto il discorso, ma le sue fila sono state riprese la scorsa settimana da Pirelli, che sul suo sito ha rilanciato l’idea: la greenway metropolitana riguarderebbe da vicino il quartiere Bicocca, dove la multinazionale ha la sua sede centrale.
Del resto, si legge online, Pirelli “vuole contribuire attivamente a rendere la zona un polo per la mobilità green, promuovendo iniziative innovative assieme all’università e alle altre aziende” dei dintorni.
«Anche l’Università degli studi di Milano – Bicocca – spiega Paolo Pinzuti, ceo e founder di Bikenomist – ha sposato il progetto, tanto è vero che il professor Matteo Colleoni», delegato per la sostenibilità e mobility manager dell’ateneo, «ha presentato l’iniziativa in alcuni eventi pubblici, spiegandone vantaggi e punti di forza».
Colleoni, docente di sociologia dell’ambiente e del territorio, collabora con gli altri mobility manager del quartiere Bicocca per incentivare e sostenere la mobilità attiva di studenti, professori e professionisti che operano nell’area.
«L’interesse da parte di queste importanti realtà non è mancato e ci ha fatto piacere – commenta Pinzuti – Ora, però, la questione dovrebbe essere gestita a livello politico dalle amministrazioni comunali coinvolte dal progetto», che toccherebbe Milano, Sesto San Giovanni e Monza, prima di tutto. Un’ipotesi di tracciato prevede la trasformazione di viale Sarca, quindi (a Sesto) di via Italia oppure viale Gramsci e, a Monza, di via Borgazzi e di corso Milano.
Tuttavia «itinerari alternativi, anche all’interno della città di Monza, non sono da escludersi a priori, soprattutto con l’intenzione di non fermarsi al centro storico ma di arrivare al parco – prosegue Pinzuti – Le amministrazioni, da questo punto di vista, possono svolgere un ruolo chiave: speriamo – rilancia – possano raccogliere la sfida».
Secondo le prime elaborazioni effettuate, la greenway “potrebbe ridurre di almeno 10mila unità il numero di automobili che ogni giorno percorrono l’asse Monza – Sesto San Giovanni – Milano e viceversa”, si legge su bikenomist.com, “migliorando la qualità dell’aria”. Oltre a questo, “5mila alberi da piantumarsi lungo il percorso garantirebbero la riduzione delle temperature di circa tre gradi degli edifici lungo il percorso”, assorbendo circa mille tonnellate di anidride carbonica all’anno.