Il prolungamento della metropolitana 5 a Monza non è alternativo alla prosecuzione del tracciato a Settimo Milanese, ma è migliore. Lo affermano, nemmeno tanto tra le righe, gli enti che hanno sottoscritto il protocollo per la realizzazione dell’opera che concorrerà al bando con cui il ministero delle Infrastrutture assegnerà 2,5 miliardi di euro di finanziamenti.
I comuni di Monza e Milano insieme a quelli di Sesto San Giovanni, di Cinisello Balsamo, alla Regione, alla Città metropolitana e alla Provincia della Brianza contano di ottenere da Roma 900 milioni pari al 68% dei costi dell’intervento che dovrebbe ammontare a 1,250 miliardi.
Le ragioni per le quali il prolungamento della lilla è stato preferito a quello verso Settimo sono molteplici, si legge nel testo. Il dato di partenza è, però, unico: la 5 Bignami-San Siro «non può definirsi conclusa né dal punto di vista urbanistico-trasportistico né da quello funzionale di esercizio» in quanto i due capolinea sono lontani dalle autostrade e dalle tangenziali.
Il proseguimento verso l’esterno è, quindi, «più che un’opportunità una vera e propria necessità». Le corse verso la nostra città, affermano politici e tecnici, attireranno molti passeggeri e renderanno più sostenibili gli spostamenti all’interno dell’area metropolitana: la direttrice Milano-Sesto-Monza, proseguono, è la prima in termini di «conurbazione industriale italiana» ed è tra le più battute dai pendolari. Attira, inoltre, flussi che provengono non solo dai comuni che verrebbero attraversati dai binari ma anche dal comasco e dal lecchese. L’estensione della rete metropolitana, prosegue la delibera, diventerebbe complementare alla ferrovia. La lilla, inoltre, migliorerebbe gli spostamenti interni a Monza, collegherebbe importanti strutture e ovvierebbe alle difficoltà di sviluppo delle linee di autobus. L’arrivo della 5 porterebbe notevoli benefici anche a Cinisello e Sesto in quanto toccherebbe, tra l’altro, il polo scolastico del Parco Nord e servirebbe la futura Città della salute.
I treni correrebbero tutti in galleria tranne che all’uscita della fermata di Bettola dove dovrebbero superare il viadotto autostradale: da lì raggiungerebbero il deposito che verrebbe realizzato su tredici ettari nella zona di Casignolo per poi scomparire nuovamente.
Lo studio di fattibilità ha già abbozzato il volto delle future stazioni: non sono previsti negozi, ma solo edicole in cui i passeggeri potranno anche acquistare i biglietti. Dovrebbero esserci, invece, i bagni collocati all’esterno dei tornelli di ingresso. Il deposito di Casignolo, uno dei punti di forza del progetto, dovrebbe accogliere venti binari per la sosta dei vagoni non in servizio, le officine di manutenzione dei treni, le aree per la loro pulizia, gli uffici, la mensa, il posto di centrale e di controllo.