Mele, pere, azzeruoli e frutti rari: a Monza sta per nascere il parco commestibile

Un parco interamente commestibile, che sia anche un giardino didattico: sta per nascere a Monza. Ecco “Liberi frutti. Il giardino frutteto di via Pindemonte”.
Cassette di mele
Cassette di mele

Meli, peri e ciliegi sicuramente. E poi una selezione di altri alberi da frutto antichi e autoctoni: a Regina Pacis un’area al confine dei giardini racchiusi tra via Borsa e via Pindemonte si prepara a cambiare volto e a trasformarsi in un “Parco urbano commestibile”. Il progetto era risultato vincitore della seconda edizione di bilancio partecipativo promossa dall’ex giunta Scanagatti: è stato rispolverato dal cassetto in cui era stato riposto nel 2017 alla fine dello scorso ottobre.

A proporlo Paola Nardi, che ha coinvolto alcune amiche (Rossella Bearzatto, Grazia Di Francesco, Liliana Errichelli e Nadia Tadioli) come lei appassionate di giardinaggio, «con un’attenzione particolare alle tematiche della biodiversità – ha spiegato – infatti il frutteto sarà gestito in maniera biologica, senza l’utilizzo di diserbanti o di altri prodotti chimici ma, anzi, piantando alle basi degli alberi altri vegetali che possano contrastare naturalmente i parassiti».

“Liberi frutti. Il giardino frutteto di via Pindemonte” «sarà aperto al quartiere – spiegano dal Comune – e alle scuole, che potranno sviluppare progetti e attività didattiche». L’area, proseguono dal municipio, è già recintata e dotata di un accesso pedonale e carraio, che «dovranno essere revisionati. Per migliorarne la fruibilità lungo il lato che confina con il giardino pubblico attrezzato sarà ripristinata la recinzione esistente, con l’inserimento di un cancelletto pedonale così da creare un collegamento diretto da utilizzare in occasione di eventi aperti alla cittadinanza». «Abbiamo pensato a un frutteto – ha aggiunto Nardi – perché nei diversi quartieri della città un progetto simile ancora non esisteva e, poi, anche per abituare i più piccoli a conoscere la frutta da vicino: le mele non sono solo quelle, tutte uguali e tutte lucide, che si trovano al supermercato».

Il frutteto sarà gestito attraverso la sottoscrizione di un patto di collaborazione visto che «il progetto richiede, soprattutto nei primi anni dopo la piantumazione, un’attenzione e una cura particolare al fine di salvaguardare l’attecchimento e il buon sviluppo delle piante», hanno precisato ancora da piazza Trento e Trieste. Le diverse varietà verranno acquistate dal vivaio Omezzolli di Riva del Garda, specializzato in piante da frutto antiche: ci potrebbero essere cotogni, susini, fichi, cachi, giuggioli, mandorli e azzeruoli dai pomi rossi, gialli o bianchi – ma una selezione definitiva sarà effettuata nelle prossime settimane. A metterle a dimora e a predisporre l’impianto di irrigazione sarà la cooperativa Lo Sciame di Arcore. L’investimento complessivo è di circa 20 mila euro: la piantumazione è prevista per la seconda metà di febbraio. «Speriamo – ha concluso Nardi – che l’iniziativa possa essere replicata anche in altri quartieri della città e che molte persone possano sposare il nostro progetto».