Prima il megaconcorso all’Iper, poi i risultati fallimentari da parte dei candidati: solo 14 persone sono state giudicate idonee alla selezione per educatrici degli asili nido di Monza e il Comune ha annunciato l’intenzione di aprire un altro bando a marzo per riempire le graduatorie. Ma c’è chi non ci sta: sono le precarie dei nidi di Monza, che hanno deciso di scrivere ai consiglieri comunali le loro riserve. Ecco il testo integrale della lettera:
«Siamo un gruppo di educatrici della prima infanzia, precarie, che hanno partecipato al concorso per la formazione di una graduatoria a tempo determinato da cui attingere per coprire i posti vacanti negli asili nido di Monza.
Negli anni abbiamo sostenuto diversi concorsi per il Comune, poiché assunte con contratti a termine e quindi costrette a partecipare con scadenza triennale ai vari bandi di concorso che il Comune puntualmente organizza. Alcune di noi, inoltre, rientrano anche in quella categoria di lavoratori che, secondo la Comunità Europea, andrebbero stabilizzate poiché utilizzate per oltre 36 mesi. Nonostante ciò, nessuno fra i dirigenti del Comune di Monza si è preoccupato della situazione sempre più precaria di questo gruppo di persone, anzi con l’ultimo concorso appena terminato, dobbiamo sottostare ad un’ulteriore ingiustizia. Per volere di qualcuno, questa volta, il bando è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e, diversamente dai concorsi precedenti, si è ritenuto di dover inserire la penalità per ogni risposta errata (l’assessore Montalbano non è stato informato, visto che ha dichiarato che la prova era simile a quella degli altri anni).
Come tutti ormai sanno il concorso è stato fallimentare: solo 14 candidati hanno superato la prova e quindi per rimediare, cosa si pensa di fare? Un nuovo concorso a marzo, annuncia l’assessore Montalbano che, tra l’altro, manifesta le sue perplessità e il suo stupore per gli esiti della prova. Noi che lavoriamo nei nidi da più anni ci poniamo qualche domanda e di perplessità, per come vengono gestite le cose, ne abbiamo tante.
Prima di tutto una domanda: quanto costano al Comune due concorsi di simile portata? Soprattutto in questo momento in cui sono previste riduzioni del personale e aumento del numero di bambini. Ogni anno vengono spesi soldi pubblici per la nostra formazione, ma non facciamo in tempo a mettere in atto quanto appreso, dato che con buone probabilità veniamo eliminate al successivo concorso.
A questo punto ci chiediamo:
– quanti concorsi bisogna vincere per poter finalmente fare il proprio lavoro senza l’assillo di una futura esclusione dalla graduatoria?
– in questo settore non conta nulla l’esperienza acquisita negli anni? Si riparte sempre da zero?
– si è qualificati nel proprio lavoro solo se si risponde correttamente a delle domande teoriche spesso formulate male? Eppure le escluse di quest’anno erano idonee in tutti i concorsi precedenti e sono ancora idonee fino alla scadenza del contratto.
È chiaro che qualcosa non quadra, non c’è logica in tutto questo. Per finire, vorremmo esprimere qualche perplessità anche in merito all’organizzazione di quest’ultimo concorso:
– nessuno dei candidati ha assistito all’estrazione della busta contenente la prova somministrata
– i candidati sistemati nei diversi settori non erano disposti in modo omogeneo. In alcuni settori tra un posto e l’altro c’era una giusta distanza, in altri settori, invece, questa distanza non è stata rispettata
– non potevano mancare poi errori nella scrittura del nome di alcuni autori!
Da troppi anni ormai noi lavoratrici precarie del Comune di Monza subiamo trattamenti che riteniamo ingiusti e privi di ogni logica. È per questo che abbiamo deciso di rendere nota questa insostenibile situazione che potrebbe essere risolta tenendo conto anche degli anni di esperienza nella realtà lavorativa, come si fa in altri comuni del territorio.