Giunto in città da Milano, dov’era considerato al pari di una “star” della musica, da un anno sta cercando di orientarsi nel panorama brianzolo, lui abituato alle luci delle grandi ribalte. Gianfranco Angelin, 80 anni, ben portati, nato a Milano, il 3 marzo 1939, di padre friulano (Fioravante) e madre veneta (Giulia), ha trascorso i primi anni della sua vita a Budoia (Udine), città natale del padre, a pochi chilometri dalla base Nato di Aviano.
A 5 anni, in quanto sfollato dalla Milano bombardata, a Natale riceva in dono una fisarmonica, che ha segnato la sua vita. “Istintivamente dopo una settimana avevo già imparato a suonarla- ha spiegato- e un addetto al controllo del gas entrato in casa mia, quando ha visto come la impugnavo mi aveva apostrofato come enfant prodige. Non ho mai voluto studiare musica da ragazzo. Sono un autodidatta. La musica la sentivo dentro di me. Da solo ho imparato a suonare la chitarra, il pianoforte, contrabbasso, basso elettrico, armonica a bocca, il mandolino e la tastiera”.
Una volta rientrato a Milano ha iniziato a suonare nelle sale da ballo. A 19 anni si è sposato con Amelia che ne aveva 16 ed era impiegata alla Rinascente. Con lei ha avuto tre figlie: Marinella, 59 anni, sposata, 1 figlio che vive nelle Hawai; Monica, 52, coniugata con un ingegnere della Nasa e vive in Arizona, 4 figli e Marta, 46, tre figli, vive a Meda. E’ stata ballerina del teatro alla Scala, esibendosi giovanissima col grande Rudolf Nureyev, quindi 10 anni nei programmi di Mediaset con Jerry Scotti, Costanzo, Massimo Giletti, Gigi Sabani. Un mondo che ha lasciato per amore. “Dopo pochi anni di matrimonio- ha continuato il racconto Angelin- visto che giravo i migliori e più importanti night club di tutta Europa, ho detto a mia moglie di lasciare la Rinascente e mi ha seguito ovunque sino a 31 anni”. Stanco di fare il vagabondo decideva di fermarsi.
“Ho partecipato ad un bando della Radio televisione Svizzera e nel 1970 ho vinto il concorso per entrare nell’orchestra della Rsi dove sono rimasto fino al 2004, come chitarrista, contrabbassista e armonicista. Ho suonato coi più grandi musicisti: il violinista americano Joe Venuti, il violinista tedesco Helmuth Zaharias, il pianista Kuert Haker, arrangiatore della filodiffusione statunitense. E ancora, col maestro Ivano Bonocore, quartetto Cetra, col chitarrista Franco Cerri, il Trio Lescano, il fisarmonicista Peppino Principe, i saxisti Glauco Masetti e Attilio Donadio, il cantante e saxista Joseph Grandjean, con Riz Samaritano alla morte di Fred Buscaglione, Carosone e tantissimi altri. Nel 1963 a Berlino, all’Old Fashion ho suonato solo per l’attore Sidney Poiter, e sempre a Berlino ho ricevuto i complimenti di Robert Kennedy. A Milano sono stato chiamato tante volte al “Carminati”.
Quando ero alla Rsi, tutti i giorni dovevamo registrare sei brani di musica leggera con cantanti italiani ed europei. La nostra orchestra era formata da 17 elementi”. Lasciata la Rsi ha ripreso a suonare col suo complesso “Gianfranco Angelini, soft jazz quartet” fino al 2016. Instancabile nella sua attività, ha sempre lavorato 18 ore al giorno, trovando modo di insegnare chitarra e musica a Milano e a Lugano.
Angelin, uomo di grande fede, è stato invitato nel 1999, a suonare con i suoi allievi, nella basilica di San Pietro, quando Giovanni Paolo II , ha beatificato un francese. Nello stesso anno ha composto una messa “Schegge di luce” che è stata eseguita in prima mondiale a Caslano (Lugano). Per la “Nostra famiglia” di Bosisio Parini ha effettuato un tour in tutte le case del nord Italia e nel 2000 “La Nostra Famiglia” per riconoscenza gli ha offerto un soggiorno di sette giorni a Lourdes con la moglie, dove ha composto l’”Ave Maria per i giovani”, accolta con un entusiasmo senza pari.