Meda, il progetto “ti.tocca” mira ad una maggiore consapevolezza della donna nella società

L'iniziativa è di sei giovani studentesse, tra cui la medese Gaia De Rosa, e vuole smuovere le coscienze, per valorizzare e migliorare la condizione femminile
Le sei studentesse protagoniste del progetto

Vietato voltarsi dall’altra parte, perché “Ti tocca”. Questo il nome scelto da sei ragazze, studentesse dell’Acme, Accademia di Belle Arti di Milano che per il corso di Visual Design hanno deciso di unire le loro forze e proporre un progetto insieme. Gaia De Rosa, Letizia Salvadego, Giorgia Robecchi, Sara Stucchi, Alice Damian e Chiara Armiraglio hanno analizzato una serie di spot pubblicitari e hanno constatato come la donna sia sempre presentata come legata a stereotipi. «Negli spot che abbiamo preso in esame -ha sottolineato Gaia De Rosa, di Meda- abbiano notato la tendenza a rassicurare l’uomo, mentre la donna è vista in posizione subalterna, dipendente. Di qui la nostra idea di creare una campagna che voglia creare maggiore consapevolezza in tutti, sia uomini che donne, perché il tema “tocca” davvero tutti». Mezzo prescelto per la campagna: Instagram, qui da mercoledì scorso 3 aprile, è aperto un profilo “ti.tocca”, appunto. 

Progetto: ogni componente del team ha un suo ruolo

Il primo post pubblicato parla di Disorientamento. Nel testo si legge: “Cosa sta succedendo? Cosa mi succede? Sto sbagliando qualcosa? Che sta facendo?”. E poi ancora qualche riga su cosa possa significare “disorientamento”. «Abbiamo scelto Instagram -ha spiegato ancora Gaia De Rosa-, perché l’utenza è trasversale e trasgenerazionale». All’interno del team composto dalle sei studentesse, ognuna ha un ruolo preciso: in due seguono il copywriting e in quattro la grafica. «Siamo partite scegliendo sette parole -ha proseguito De Rosa-, che, secondo noi, identificano sette aspetti legati alla violenza: manipolazione, perdita, paura, indifferenza, vergogna, violenza, divulgazione. Scelte le parole, abbiamo creato delle grafiche all’interno delle quali ricorrono dei simboli precisi come la mano, una lacrima rossa, spesso i volti sono vuoti e dai connotati generici in modo da renderli universali».

Progetto: l’obiettivo è smuovere le coscienze

Anche i colori, la “palette” per essere più precisi, non sono scelti a caso, ma seguono uno studio mirato di comunicazione visiva. Da mercoledì la prima pubblicazione che avverrà sia tramite post che stories. Un progetto che ha come obiettivo la presentazione del tutto in occasione dell’esame di Visual design, ma che allo stesso tempo condurrà di sicuro le sei studentesse a smuovere le coscienze anche dei più refrattari al cospetto di un problema di forte impatto sociale e che, nonostante i tanti buoni propositi è sempre al centro dell’attenzione mediatica perché, spesso, al centro della cronaca.