Sei, Servizi Emergenza Integrati, si è mossa in soccorso delle popolazioni colpite della devastazione del maltempo nel Bellunese. La Protezione Civile di Misinto, Cogliate e Lazzate ha lavorato incessantemente per cinque giorni per provare a portare assistenza agli abitanti rimasti praticamente senza le più basilari tecnologie dell’era moderna. Installati un campo ed una postazione per il ripristino della corrente elettrica, con il modulo portatile generatore di 50kw, i volontari si sono messi al servizio nella zona di Alleghe.
«Devastazione. Una parola forte, sì, ma solo chi ha visto con i propri occhi quello che è accaduto nel Bellunese in questi giorni può comprendere», racconta Mario Nodari, che ha raggiunto le valli insieme al presidente Antonio Montrasio, Fausto Mariotti e Patrizio Basilico. «Negli occhi degli splendidi abitanti di queste meravigliose valli abbiamo scorto un misto di paura e incredulità. La devastazione l’hanno descritta con un suono: “Era come il rumore di un forte tuono, ma invece che durare qualche secondo, è durato ore…”. Non era un tuono, ma un vento di una violenza impressionante che ha spezzato decine, centinaia, migliaia di alberi, per ore. Oltre agli alberi, la tempesta si è portata via la linea elettrica e i ripetitori dei cellulari, in molti posti non ci sono più nemmeno l’acquedotto e le strade. La sera e la notte diventa tutto surreale. Diventano paesi fantasma, tutto buio, tutto spento, tutto in silenzio».
Ma qua e là luccica un piccolo barlume di speranza, come le candele utilizzate per illuminare le stanze. «Quando ci intravedevano ecco che ritornava la speranza, perché si rendevano conto di non essere stati lasciati soli. Abbiamo portato corrente con i generatori, ma anche tagliato gli alberi che bloccavano le strade, tolto il fango dalle case, rifornito di acqua potabile e cibo e permesso a tutti di tornare a comunicare con il mondo esterno via radio, perché i cellulari erano muti ormai da giorni». Ciò che ha colpito maggiormente i volontari della Protezione Civile è stata la disponibilità e l’ospitalità delle persone. «Siamo stati ospitati in palestra e abbiamo mangiato con gli alpini di Alleghe, sempre con grande dignità, nonostante tutto quelle che era successo. Ogni persona che abbiamo incontrato ci ha ringraziato cento volte, noi ringraziamo loro e promettiamo di tornare, un giorno, da turisti, per dare una mano a ripartire, veramente».