Malore in strada a Carate Brianza, morto Tiberio Coscia

È morto all’età di 83 anni, per un malore in strada, Tiberio Coscia, padre del presidente della sezione caratese di Apa Confartigianato.
Tiberio Coscia
Tiberio Coscia

Tiberio Coscia, 83enne di Carate Brianza, è morto lunedì 22 febbraio. L’uomo, padre del presidente della sezione caratese di Apa Confartigianato Piergiuseppe e di Mario, è stato sopraffatto da un grave malore a due passi da casa, di rientro dopo essere andato a prendere un caffè accompagnato da un conoscente. Oltre ai figli, lascia la moglie Maria Adele. I funerali saranno giovedì 25 febbraio in chiesa prepositurale, alle ore 9.

La chiamata al 118 è arrivata verso le 16.20 da via Silvio Pellico. Prima dell’arrivo dell’ambulanza il figlio Pier, aiutato da un passante, ha praticato un massaggio cardiaco con ventilazioni bocca-bocca. Sul posto è arrivato anche un funzionario municipale con uno dei defibrillatori semiautomatici comunali: si è tentata la rianimazione tramite Dae.

L’intervento dell’autoambulanza con auto medica ha anticipato la corsa verso l’ospedale di Desio. Da qui, verso le 17.30 è arrivata alla famiglia la notizia della morte di Tiberio per arresto cardiaco. Negativo l’esito del tampone covid.

«Papà era già malato ma era ancora attivo e ragionava. Ogni giorno usciva di casa a metà mattina e a metà pomeriggio per bersi un caffè, pur sempre accompagnato – ricorda Piergiuseppe – Era un padre e un marito amorevole e affettuoso. Molto preparato e intelligente, di ampie vedute, alla mano e disponibile. È sempre stato attento a noi figli. Ci ha insegnato a non giudicare mai una persona dal primo aspetto. Ha lasciato un grande vuoto nella nostra famiglia e nella nostra vita. Ma sicuramente il tempo e la fede nel Signore saranno nostri medici».

Coscia si era laureato in ingegneria e ha lavorato a lungo per una multinazionale americana. A pochi anni dalla pensione ha dato il proprio contributo alla Colombo Mario snc, azienda guidata dai figli Mario e Piergiuseppe e nata nel 1929 dal nonno materno dei due. Originario di Milano, si era trasferito a Carate una volta sposato e qui si era perfettamente inserito nel tessuto sociale cittadino.