Gianni Maddaloni è un maestro di judo molto noto, non solo per le sue qualità sportive e la gloria della sua palestra, dalla quale escono campioni nazionali e internazionali come il figlio Pino, oro olimpico a Sydney nel 2000, ma anche per le sue generose doti di educatore. A Scampia raccoglie ed educa gli scugnizzi che altrimenti sarebbero preda della delinquenza organizzata.
Il maestro Maddaloni è stato invitato a Lissone nell’ambito delle manifestazioni “Lissone per la legalità”, ha parlato agli adulti, giovedì sera a palazzo Terragni, ha incontrato i bambini delle scuole primarie presentando il film ”L’oro di Scampia”, ha partecipato ad un pomeriggio sportivo nella palestra di via Volturno, dove si allenano piccoli e grandi atleti del Judo Club Lissone. Gianni Maddaloni si definisce un ’narratore di storie vere’ ed è così che porta in giro per l’Italia il suo modello di recupero dei ragazzi .
«I frequentatori della mia palestra- spiega- hanno i padri incarcerati con il 41 bis, le madri affannate dalle esigenze di sopravvivenza di numerosi figli, non avrebbero mai la possibilità di fare sport, se non gliela offrissimo gratuitamente. Lo so, per questo le altre società sportive del territorio mi guardano male … ma io sono fatto così. La gente vuole cambiare vita, a Scampia, però bisogna darle una mano».
E da buon “missionario” Maddaloni tira avanti con le offerte spontanee di tanta gente che riconosce il merito del suo lavoro: «L’Italia ha bisogno di essere spronata e stimolata da brave persone, e ce ne sono. I luoghi dello sport possono diventare presidi di legalità, perché insegnano le regole del gioco. Nel judo si impara il rispetto del più debole, l’avversario viene accompagnato nella caduta e gli tendi la mano poi per farlo rialzare. La vittoria più grande è quando riesci a fare del bene nel tuo quartiere. Io non sono un eroe sono soltanto una brava persona».