Duecentocinquanta firme in circa 3 ore. La sezione Macherio- Sovico di Fratelli d’Italia è scesa in piazza domenica 11 ottobre per raccogliere le firme per la chiusura del Centro culturale islamico di Bareggia. Il gruppo politico ha ottenuto il sostegno di “Insieme si può”, lista di opposizione in consiglio comunale a Macherio.
L’iniziativa è andata in scena a pochi metri di distanza dall’immobile di via Toti, aperto eccezionalmente al pubblico. Una sorta di “contro manifestazione” (anche se il legale rappresentante del Centro islamico, Antonio Gallo, nega ogni riferimento esplicito alla petizione politico). Nessun incidente, nessuna tensione. Ma fa specie che la frazione di Bareggia, proprio nel giorno della festa patronale, abbia registrato due scenari contrapposti: da una parte una petizione e relative bandiere e manifesti “firmate contro la moschea di via Toti”, dall’altra l’apertura al pubblico (per la prima volta) del Centro culturale “Pace Onlus”.
«Andremo a consegnare queste firme direttamente a casa del Prefetto- annuncia Stefano Sbravati, coordinatore della sezione locale di Fratelli d’Italia- andremo a suonare il campanello di casa sua. Lo facciamo perché nonostante tante chiacchiere nessuno risolve il problema, quindi forziamo la mano. Facciamo questa manifestazione perchè non si rispettano le regole, il Prefetto ha i mezzi per risolvere questo problema. La gente che ha firmato da noi non vuole la moschea».
A sostegno della petizione, il gruppo di opposizione macheriese “Insieme si può”. “Noi siamo per il rispetto delle regole e non tolleriamo che in uno stato democratico come il nostro vi sia una palese sfida alle Istituzioni- afferma il capogruppo Luca Mariani- è la dimostrazione che la politica della finta integrazione della sinistra non ha portato da nessuna parte. La sfida alle nostre istituzioni è dimostrata anche oggi con un cartello di apertura del Centro nonostante vi sia un’ordinanza di chiusura. Non è tollerabile. Se fosse capitato da un cittadino italiano? Siamo vessati al contrario».
E conclude: «C’è un problema di ordine pubblico che deve essere risolto. Il Prefetto deve intervenire. Il sindaco Mariarosa Redaelli e l’assessore al territorio Franco Verga sono i padri politici di questo disastro, oggi gridano alla sicurezza, ma il problema è nato sotto la loro amministrazione e tutelato dalla loro amministrazione».
La scorsa settimana un residente della zona aveva accusato alcuni frequentatori del centro islamico di averlo aggredito all’uscita del suo box che confina con la moschea di via Toti. Gli islamici avevano smentito parlando di una messinscena per screditarli. (LEGGI QUI)