Gli asili nido, i micronidi e, più in generale, tutti i servizi educativi per la prima infanzia (0-3 anni) potranno riaprire in Lombardia, attenendosi alle necessarie misure di sicurezza, a partire dall’1 settembre.
Ai gestori, pubblici o privati, verrà comunque data la possibilità di individuare in autonomia, tenendo soprattutto in considerazione le necessità delle famiglie, la data di riapertura, in modo da poter riprendere l’attività in sicurezza per tutti.
Ne dà notizia il presidente della Regione Lombardia che ha firmato l’ordinanza in cui conferma l’1 settembre come prima possibile data di riapertura per gli asili nido e i servizi educativi per l’infanzia da 0 a 3 anni.
Nella stessa ordinanza viene stabilita il 14 settembre come la data di riapertura delle scuole dell’infanzia in ottemperanza a quanto dispone il Governo.
Il sistema lombardo già prevede, attraverso specifici requisiti di esercizio e accreditamento, parametri di rapporto numerico educatore/bambini e superficie/bambini che consentono, nel quadro definito dalle indicazioni ministeriali, di avere gli elementi per una ripresa in sicurezza delle attività, tenendo nella giusta considerazione gli aspetti sanitari e quelli educativi, con particolare riguardo alla fase iniziale.
«Tali aspetti – spiega l’assessore Stefano Bolognini – verranno approfonditi in uno specifico incontro con le rappresentanze degli enti gestori, i sindacati, Anci, ATS e soggetti a vario titolo coinvolti, convocato per martedì 11 agosto. Obiettivo della riunione è quello, partendo dai contenuti dell’Ordinanza e dalle linee guida ministeriali, di garantire una ripresa appropriata e la riapertura in sicurezza dei servizi, anche in funzione della prevenzione del rischio di contagio COVID-19».
«È necessario per poter assicurare una adeguata riapertura dei servizi – aggiunge – costruire un percorso che coinvolga i genitori. Ciò verrà fatto proprio attraverso il ”patto di corresponsabilità”, che sarà finalizzato soprattutto al contenimento del rischio, ma anche ad individuare orientamenti e proposte per una crescita complessiva dei servizi. La priorità infatti, in questo momento, resta quella di conciliare il diritto alla socialità, al gioco ed in generale all’educazione dei bambini e delle bambine con la necessità di tutelare la loro salute, nonché quella delle famiglie e del personale educativo ed ausiliario impegnato nello svolgimento delle diverse iniziative».