Approvata in giunta e presentata la revisione della Legge regionale della sanità in Lombardia, Ora l’iter prevede l’esame del Consiglio.
Il testo approvato, ha spiegato la vice presidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, gira intorno a un approccio ‘One health’, “la costruzione di una governance che assicuri la protezione e la promozione della salute complessiva per persone, animali e ambiente (salute globale)”, alla libertà di scelta, “ovvero la tutela della libertà del cittadino di scegliere le strutture e il personale sanitario, da sempre un patrimonio del Servizio sanitario regionale”, al rapporto pubblico-privato, ”l’equivalenza e integrazione all’interno del Sistema sanitario regionale (Ssr) dell’offerta sanitaria e socio-sanitaria delle strutture pubbliche e delle strutture private accreditate” e il raccordo tra mondo produttivo, università e ricerca scientifica.
“Rafforzare la sanità territoriale, evitare i ricorsi inappropriati in Pronto Soccorso attraverso la realizzazione di strutture dove, grazie al coinvolgimento dei medici di medicina generale e alla loro collaborazione con gli specialisti ospedalieri, i cittadini possano trovare una risposta migliore ai propri bisogni di salute”, ha detto il presidente Attilio Fontana, che ha annunciato: “216 Case della comunità, 100 Distretti, 64 ospedali di comunità” ovvero “i punti di riferimento per la presa in carico dei lombardi e per l’attuazione della medicina di prossimità. Dalla pandemia abbiamo imparato quanto sia importante mettere a sistema l’innovazione tecnologica all’interno dei percorsi di presa in carico. Per questo le Case di Comunità, che potranno essere gestite dai medici di medicina generale, anche riuniti in cooperativa, saranno dotate di attrezzature all’avanguardia e di telemedicina che favoriranno le cure domiciliari”.
Fontana ha evidenziato come “il tema del personale resta centrale. Il Governo nazionale deve ora far in modo che i maggiori investimenti vadano di pari passo con l’incremento delle borse specialistiche e il superamento dei numeri chiusi soprattutto per le branche più carenti”.
E anche l’attenzione rivolta a ricerca e sport. “Nella nostra proposta – ha spiegato – è prevista la creazione di una rete regionale della ricerca biomedica e dell’innovazione nelle scienze della vita. Un hub, coordinato dagli Irccs di diritto pubblico che coinvolgendo gli enti di ricerca e le Università favorisca iniziative per sviluppare il trasferimento tecnologico in collaborazione con le imprese. Fondamentale, poi, è la valorizzazione dell’attività sportiva e motoria quale parte integrante dei percorsi di prevenzione, cura e riabilitazione ed elemento centrale di un corretto stile di vita”.