A novembre l’ultimo incontro sulla vertenza Frette aveva portato a un accordo, comprendente anche una riduzione degli esuberi da 84 a 73 e il salvataggio di tre negozi. Ma non di quello monzese, che ha appunto cessato l’attività nei giorni scorsi. Un «prezzo» pagato per la ristrutturazione della rete commerciale del noto marchio di biancheria per la casa, ufficializzato nello scorso ottobre con la comunicazione della riduzione di personale. Frette ha il quartier generale in città, in via Borgazzi. Anche per questo, il negozio di via Italia 41/C ha sempre avuto un valore particolare per i monzesi.
La scritta sopra il negozio rimanda ad altri tempi: «Fabbriche Telerie E. Frette & C». Ora, le quattro vetrine sono oscurate: restano in sovraimpressione le cifre degli ultimi sconti praticati durante le vendite promozionali pre chiusura. «Non mi sarei comunque aspettata – commenta una lavoratrice, dipendente della società per una ventina d’anni– che alla fine venisse chiuso anche il negozio di Monza. Perché Monza e Frette si sono sempre identificate. C’erano clienti affezionatissimi.. Le famiglie bene di Monza acquistavano il corredo per le proprie figlie in questo negozio». Il piano preparato della proprietà di Frette ha puntato su un nuovo modello industriale, basato sulla ristrutturazione del canale retail Frette at home. La strategia decisa dalla società prevede anche una «razionalizzazione dell’offerta, con focus sui prodotti best seller e sull’armonia degli stili offerti, evitando dispersione di risorse in linee di prodotto con ridotti volumi e diffusione non in linea con il posizionamento di alta gamma».
Prevista anche una «nuova strategia di comunicazione e di pubbliche relazioni che dia al marchio opportuna evidenza e riconoscibilità e ne aumenti la penetrazione nei mercati emergenti più ricchi». Nello stesso tempo si punta sul «rafforzamento della presenza retail in quei mercati in quelle location dove lo shopping di lusso ha maggiore richiamo e dove il made in Italy esprime al massimo le proprie caratteristiche di desiderabilità». Il piano di riorganizzazione non aveva poi coinvolto i negozi di Noventa di Piave (Venezia), Marcianise (Caserta) e Agira (Enna). In Brianza, i posti di lavoro persi sono stati 10, equamente distribuiti tra il negozio monzese e l’outlet di Concorezzo. Nel primo caso, le cinque lavoratrici sono state collocate in mobilità. Stessa situazione per due dipendenti della sede concorezzese. Altre due fino a giugno ricorreranno alla cassa integrazione, per poi essere inserite nelle liste di mobilità. C’è, infine, chi ha scelto la via delle dimissioni.