La signora Luigina Girardi, originaria di Riva del Garda, è nata nel 1926, come la OEB. Forse, non è un caso. Elegante, nei gesti e nelle parole, coi suoi 91 anni meravigliosamente portati, è la memoria storica di un’azienda che è cresciuta con lei. Una simbiosi perfetta, fatta di affetto, ricordi e lavoro. Il volume “Brugola vite d’artisti” presentato lunedì 12 marzo dal presidente Jody Brugola alla rassegna “Tempo di Libri” di Milano, racconta l’ascesa di un’azienda lissonese nota in tutto il mondo, ma soprattutto una storia di una famiglia. E, di questa famiglia lavorativa ne ha fatto parte sino al 2015, e cioè per ben 75 anni, la signora Girardi che, nella sua casa del centro di Lissone, apre il libro dei ricordi.
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«Sono entrata in Brugola il 1 dicembre 1940 quando avevo 14 anni, superando una prova di stenografia e dattilografia – afferma – mio padre chiese se c’era posto per me. Avevo appena terminato i corsi alla scuola commerciale di Monza. Mi hanno assunta all’ufficio del personale».
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Erano i tempi della Resistenza. Nel ’44 un gruppetto di lissonesi organizza un agguato a una ronda squadrista che terrorizza le famiglie del paese. «Quando si seppe che vi erano operai della Brugola e si cercò il mandante, i repubblichini pensarono si trattasse del signor Egidio Brugola (capostipite e presidente dell’azienda, ndg) e si precipitarono a casa sua. Me lo ricordo quel momento – dice – era un equivoco, ma fu ugualmente portato in carcere a Monza».
Egidio Brugola fu salvato da morte certa. Secondo Luigina, anche due operai fascisti fecero la loro parte per aiutare il padrone. Il patriarca della Brugola si affidò totalmente a colei che, con gli anni, diventa figura fondamentale in azienda. Per tutti è stata “la segretaria storica” della Oeb. Negli anni ’70 gestì direttamente le tre sedi di Milano, Torino e Napoli.
«Prendevo il primo volo per essere a Napoli alle 8.30 e rientravo a casa a mezzanotte – ricorda – Egidio Brugola era una persona stupenda, i dipendenti non si sono mai lamentati: non solo sotto il profilo lavorativo, ma anche dal punto di vista umano, il signor Egidio è stato un grande uomo. Ha dedicato la sua vita all’azienda. Quando dovette andare a Ferrara per la nascita del figlio Giannantonio, gli operai si sono riuniti al cancello della villa di famiglia per salutarlo prima del viaggio. Eravamo una famiglia».
Solerte e fidata dipendente, con un legame speciale con Egidio prima e Giannantonio poi, sino all’avvento dell’attuale presidente Jody, si è dimostrata una figura indispensabile nella complessa gestione dell’azienda. Molti gli aneddoti che Luigina custodisce nel petto perché, conclude, «alla Brugola ho lasciato il cuore».