Lissone contro il gioco d’azzardo Un’area no slot lunga 500 metri

Il Comune di Lissone attua l’area “no slot” di 500 metri dai luoghi sensibili per tenere lontano dal gioco d’azzardo compulsivo soprattutto i giovani e le categorie deboli della città. Una città che si riscopre attenta al disagio del “gambling”.
Lissone ribadisce il “no”  al gioco d’azzardo.
Lissone ribadisce il “no” al gioco d’azzardo.

Il Comune di Lissone attua l’area “no slot” di 500 metri dai luoghi sensibili per tenere lontano dal gioco d’azzardo compulsivo soprattutto i giovani e le categorie deboli della città. Una città che si riscopre attenta al disagio del “gambling”, il gergo tecnico con cui si definisce il gioco d’azzardo patologico, e un’amministrazione comunale che prosegue la sua attività di contrasto al fenomeno della dipendenza da gioco compulsivo. La giunta comunale di Concetta Monguzzi, infatti, è impegnata da più di un anno nell’azione di contrasto e di prevenzione al gioco d’azzardo patologico.

Ora, a seguito della Legge regionale 8 dell’ottobre 2013 che prevede misure concrete per limitare il gioco d’azzardo sul territorio regionale, la giunta ha stabilito che le nuove apparecchiature per il gioco d’azzardo lecito non potranno essere installate a meno di 500 metri di distanza dai “luoghi sensibili” presenti sul territorio di Lissone. Questi sono stati individuati in maniera dettagliata e secondo i criteri definiti dalla recente normativa regionale in materia, che ha introdotto importanti misure finalizzate alla prevenzione della dipendenza dal gioco d’azzardo, al trattamento e al sostegno delle persone che soffrono di patologie compulsive, collocate in prevalenza tra le fasce sociali più deboli (persone a basso reddito, anziani, casalinghe e giovani).

Si tratta di una vera e propria area di rispetto “no-slot” che sarà, dunque, garantita per i luoghi frequentati dai soggetti potenzialmente più vulnerabili e a rischio quali scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture sanitarie e sociosanitarie, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori. Concetta Monguzzi e la sua giunta si confermano dunque sensibili al tema del gioco d’azzardo patologico e, a tutela delle fase più deboli della popolazione, dichiarano guerra alle macchinette e alle slot. Preservando i luoghi più frequentati dai giovani e dalle famiglie, da ambiti da gioco che potrebbe coinvolgere, nella maniera più rischiosa, coloro che rischierebbero di essere inghiottiti dal vortice del gioco compulsivo.

Anche a Lissone, del resto, la piaga del gioco d’azzardo miete vittime: non mancano gli appelli e le segnalazioni (giunte in passato anche al nostro settimanale) di coppie o famiglie colpite da un fenomeno troppo spesso inascoltato e minimizzato. La ludopatia, la malattia da gioco, è invece un dramma che troppe volte assume contorni preoccupanti e devastanti perché mette a repentaglio l’ossatura di una famiglia, i legami affettivi, parentali e di amicizia. In crisi o ancor peggio minati da coloro che per gioco buttano via rapporti, soldi, mettendo a repentaglio la salute propria e di chi sta accanto.