Sono a Monza e in Brianza cinque delle 198 nuove attività storiche e di tradizione sul territorio riconosciute da Regione Lombardia. Sono La merceria Enza di Giuseppe Vismara dal 1954 ad Agrate Brianza, l’edicola-tabacchi Confalonieri dal 1976 a Briosco, Valtora Arredamenti dal 1900 a Lissone, l’erboristeria L’Estragon dal 1976 in centro a Monza e l’Ottica Allievi dal 1968 a Seveso.
E poi a rendere ancora più ricco l’elenco due attività premiate a livello locale a Concorezzo.
Qui Briosco. Da cinquant’anni apre alle prime luci dell’alba. Regione Lombardia ha riconosciuto all’edicola tabacchi di Piera Confalonieri, in via Carducci a Capriano, l’attestato di “Attività storica e di tradizione”. Il negozio festeggerà il prossimo mese il mezzo secolo di vita, era infatti il 9 novembre 1969 quando Luigi Confalonieri e la moglie Elisa Mauri, genitori dell’attuale proprietaria, alzarono per la prima volta la serranda del “Bar dei Amis”.
«Avevo quattro mesi e mio fratello quattro anni – ha ricordato Piera Confalonieri – Siamo cresciuti qui». Inizialmente l’edicola-tabacchi nasceva dunque come bar che sarebbe poi diventato trattoria nel 1971.
«Mio papà diceva sempre che Capriano era terra di bar e parrucchiere – ha aggiunto la storica edicolante – La trattoria accoglieva tutti i giorni a pranzo più di quaranta persone, per diversi anni divenne un punto di riferimento per muratori, idraulici, elettricisti e giardinieri che lavoravano in zona». Poi nel 1976 arrivarono sigarette e giornali.
«C’era tanto, troppo lavoro» spiega Piera Confalonieri. Nel 1991 la famiglia decise di chiudere il bar e andare avanti con l’attività di tabaccaio e giornalaio. Nel frattempo Stefano, il maggiore dei due fratelli, dopo alcuni anni di apprendistato sceglieva un diverso percorso lavorativo. Restava Piera ad aiutare i genitori e ad aprire tutti i giorni alle 6.30 del mattino. «Ho iniziato che avevo quattordici anni, è un mestiere per cui bisogna essere portati – spiega Piera – Va fatto con passione, apprezzando il rapporto quotidiano con la clientela. Sapere che si è benvoluti ti fa alzare tutte le mattine».
La sveglia per l’edicolante di Capriano suona presto, alle 5.30. Il negozio apre un’ora più tardi e resta aperto fino alle 13.30, poi dopo la pausa pranzo si riprende: dalle 15.30 alle 19.30. Tutti i giorni. Domenica compresa. Per gli abitanti della frazione la rivendita di via Carducci è un punto di riferimento importante: possono pagarvi bollette, assicurazioni, bolli auto.
«I miei genitori mi hanno insegnato come portare avanti il mestiere e sono fiera di loro» ha concluso Piera Confalonieri. Luigi Confalonieri è mancato nel 1993, la moglie, Elisa Mauri, lo ha raggiunto nel 2010. Confalonieri non fece purtroppo in tempo a vedere i lavori di restauro conservativo del negozio, le cui pareti risalgono al 1800, che i parenti iniziarono nel 1997 salvando i soffitti in legno a vista originali. (Eleonora Cesana)
Qui Lissone. Orietta e Raffaella sono le titolari di Valtorta Arredamenti che ha ottenuto il riconoscimento di “Attività storiche e di tradizione” da regione Lombardia. La Valtorta Arredamenti nasce nel 1881 a Lissone e, oggi, è alla quinta generazione familiare, dopo una stirpe di uomini sono due donne a condurre l’attività di famiglia. Da sempre specializzati nella progettazione e realizzazione di arredamenti d’interni, design di negozi, boutique, uffici e molto altro. Nello showroom di viale Valassina tra ambientazioni classiche e di design spicca una parete che racconta la storia di questa famiglia.
«A dare il via a quest’attività è stato il mio bisnonno – racconta Orietta, la titolare – era un tessitore ma, con la crisi del baco da seta, ha dovuto orientarsi verso un nuovo mestiere il “legnamaro”. Lavoravamo dal tronco al mobile, tutti i passaggi venivano effettuati nelle nostre sedi».
L’azienda ha avuto sede, sino al 1998 nel cuore della città, in via Maggiolini, con due stabilimenti, in uno a due piani, gli uffici, il laboratorio, il premontaggio, l’esposizione, al piano superiore viveva la famiglia (classico esempio di casa-bottega) mentre nella sede esattamente davanti l’area destinata ai falegnami, agli imbottiti e compensati. Infine in via Baldironi si trovava la segheria. Nel dna di questo ramo dei Valtorta scorre l’amore per il legno, l’arredamento la lavorazione artigianale.
«Ricordo che da ragazza papà Augusto mi fece fare la “gavetta” in un’altra azienda – continua Orietta – perché imparassi il lavoro. Eravamo tutte ragazze giovani con una responsabile che sapeva farci lavorare. Ognuno aveva il suo compito. Ho imparato davvero tanto in quei primi anni. Quando sono entrata in azienda, come collaboratrice di papà, aspettavo Raffaella, abbiamo lavorato insieme pochi mesi perché lui è morto giovane. Mia figlia è poi nata lo stesso giorno di mio padre. Sono rimasta la titolare “donna” circondata da soci uomini Non è stato facile, per fortuna la gavetta che avevo fatto mi ha aiutato molto».
Una donna tenace che ha saputo gestire famiglia e lavoro che, oggi, ha avvicinato e coinvolto anche la figlia nell’azienda di famiglia. «Ho studiato economia e commercio per non essere architetto come mamma e continuare l’attività – continua Raffaella – Le cose sono andate diversamente e oggi sono qui anch’io».
Passato e futuro che collaborano, fianco a fianco, per proseguire l’attività che va anche fuori dai confini Germania, Svizzera, Montecarlo, alcune delle città in cui hanno portato il made in Lissone. «Dal bisnonno a oggi le cose sono cambiate molto – concludono – ma non la nostra attenzione all’artigianalità, alla cura del cliente. Quel che ci contraddistingue è proprio l’attenzione verso i nostri clienti a 360 gradi grazie a un team di esperti. Aver ottenuto il riconoscimento di attività storica si unisce al “club imprese storiche” e al premio Impresa e lavoro che abbiamo conquistato quest’anno». (Alessandra Sala)
Qui Concorezzo. Sono cambiati i tempi, sono cambiati i clienti, ma gli artigiani continuano a lavorare da più di mezzo secolo, tanto da meritarsi la targa di attività storica, che il Comune di Concorezzo consegnerà nel weekend del 9 novembre. Il premio quest’anno verrà conferito a Il Bouquet di Marco Zanarotti e alla Brambilla Arredamenti di Walter Brambilla.
Un fiorista e un falegname che hanno saputo raccogliere l’eredità dei parenti e portare avanti l’attività nate entrambe negli anni ’60. Il negozio di fiori di via Libertà proprio nel centro di Concorezzo ha alle spalle una storia lunga e affascinante.
«Tutto ha avuto inizio negli anni ’60 quando mio zio Aldo Cattaneo veniva chiamato il giardineé (il giardiniere) perché curava i fiori di Villa Pernici, qui di fronte, oltre ai fiori della Villa Reale di Monza – ha spiegato Marco Zanarotti – Inizialmente aveva un locale vicino alla chiesa parrocchiale e, negli anni, insieme al figlio Giuseppe Cattaneo si è spostato prima nella torretta, sempre in via Libertà (abbattuta nel ’67 nda), poi nell’attuale collocazione al civico 71. Io ho cominciato a lavorare con mio cugino Giuseppe nell’86 che col tempo ho sostituito. Mi definisco un artigiano e non un semplice negoziante perché preparo composizioni floreali a seconda delle esigenze dei clienti. Sicuramente anche il nostro settore ha subito una crisi e la clientela più affezionata è quella di persone di 40 anni e oltre, ma continuo a mettere qualità nell’attività».
In via De Gasperi invece sorge da tempo la falegnameria Brambilla aperta da papà Luigi e passata da qualche anno nelle mani del figlio Walter.
«Da ragazzino avevo tentato la strada del calzolaio, ma la mia vera aspirazione era fare il falegname – ha affermato Luigi Brambilla – Così, dopo un’esperienza alla falegnameria Gaiani, mi sono messo in società a fine degli anni ’60 con Gianni Villa e abbiamo cominciato a fare mobili nello scantinato di casa in via Matteotti».
A un certo punto Villa ha lasciato la società e Brambilla si è spostato nel ’72 nell’attuale capannone di via De Gasperi. Dove nell’82 è stato affiancato dal figlio Walter che, da qualche anno, ha rilevato tutta l’attività e lavora gomito a gomito con Giorgio Messina altro falegname e artigiano. «È cambiato molto sia il nostro modo di lavorare, visto che abbiamo nuovi macchinari – hanno detto Walter e Luigi Brambilla –sia l’attività che non ha più i numeri di una volta, ma continuiamo a costruire i mobili cercando di accontentare i clienti». (Michele Boni)